RIALFrI - Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana# ISSN 2282-6920

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

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CANON2 s. m.

CANON2 s. m.

[FEW II-1, 216b: canon; T-Lcanon2]

0.1 canon.

0.2 Dall’arabo qānūn, prestito dal gr. κανών, ‘regola’, ‘legge’, ‘misura’.

0.3 La base del sostantivo arabo è il greco κανών, che significava anche ‘monocordo’, strumento utilizzato per misurare il rapporto tra i suoni. Il qānūn è citato nel racconto 169 delle Mille e una notte (X sec.), cfr. Sachs 1980, p. 302. In Europa si è diffuso attraverso la Spagna, dove è documentato a partire dalla metà del ’200. La prima attestazione si trova ne La Historia de la Donzella Teodor, traduzione di un racconto arabo tratto dalla raccolta Mille e una notte (metà del 1200). «Canon et medius canon» sono citati nel trattato Liber artis musicae di Iohannes Aegidius Zamorensis (Juan Gil de Zamora, 1270ca.), mentre entrambi compaiono, inoltre, nel Libro de Buen Amor di Juan Ruiz (1330-1348, medio caño v. 1239a, cañón v. 1232a) e nel romanzo Cleomadés di Adenet Le Roi (micanons vv. 7251, 17290, canon vv. 2880, 17284). La variante moderna dello strumento si usa nel Medio Oriente, in Turchia e in Nordafrica, e presenta una cassa piatta e una tavola in legno munita di ventisei corde triple.

0.4 [Mus.] 1 ‘Cetra trapezoidale di origine medio orientale.’

0.5 Ella Nagy 14.01.2021. Ultimo aggiornamento: Ella Nagy 14.01.2021.

 

1 [Mus.] ‘Cetra trapezoidale di origine medio orientale.’

– «Dont la premiere chantoit merveillousement de sa boche, l’autre de flaut et de canon, la tierce de citole; qui par lor tres douz chant fasoient perir les nonsachanz qui par la mer aloient.» Brunetto Latini, Tresor, 1261-1266, 1, 136, 1.

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