Venezia, Biblioteca Nazionale Marciana, fr. Z 19 (232)
Contiene il Foucon de Candie
Descrizione materiale
Segnatura: Francese Z 19 (232).
Origine: in uno scriptorium lombardo.
Data: esemplato tra il 1360 e il 1366 per Guido Gonzaga. La prima data, 1360, si deduce dal fatto che l’ornamentazione del codice si inserisce nel gruppo di manoscritti marciani miniati (Venezia BNM fr. Z 16, fr. Z 18, fr. Z 22, Str. App. 39) riconducibili al periodo di Guido Gonzaga (1360-1369): il miniatore era di origine lombarda e lavorò presso la corte mantovana; in particolare, la decorazione di V1 si ispira a quella di un codice più antico, il ms. Venezia BNM fr. Z 23, per cui cfr. Zanichelli 1997, p. 53. La seconda data, 1366, si deve a un’acquisizione di Novati 1890, p. 164: una lettera di Guido Gonzaga a Manfredino da Sassuolo del 30 maggio 1366 rinvenuta nell’Archivio di Stato di Mantova, nella quale si cita un Guilelmi Horenghe che ha buone probabilità di essere il nostro V1.
Supporto: membranaceo. La pergamena è di alta qualità, rilegata in modo che due pagine aperte mostrino entrambe il lato pelo o quello carne secondo la regola del vis-à-vis o di Gregory.
Numero di carte: 90 ff.
Formato: 397 × 270 mm, f. 5.
Fascicolazione: I 90 ff. sono riuniti in 9 quinioni, ai quali è aggiunto un ultimo foglio vergato solo in parte (17 versi nella colonna a); la sua struttura è riassumibile con lo schema comprensivo dei fogli di guardia III, 91 (I-IX10 + 1), II.
Rigatura: La rigatura è a mina di piombo e lo specchio di scrittura 270 × 200 mm.
Mise en page: Il recto e il verso di ogni foglio ospita due colonne di 36 versi ciascuna con minime escursioni (35/37 versi).. I fogli sono numerati da mano ottocentesca in cifre arabe sul recto in alto a destra. Nel verso dell’ultimo foglio di ogni quinione è indicato il richiamo, posto al centro nel margine inferiore.
Scrittura: littera textualis italiana trecentesca dovuta a una sola mano.
Rimane da approfondire l’osservazione di Bisson 2008, p. 84, secondo il quale questa mano sarebbe la stessa che interviene nelle cc. 75r-84v del manoscritto composito Venezia BNM fr. Z 18 (231). Confrontando i due manoscritti non ho potuto, infatti, rinvenire in V1 le caratteristiche indicate da Bisson per la mano E del fr. Z 18, che «usa una abbreviazione particolare per et, abbellisce l’asta della l con un piccolo apostrofo. La scrittura presenta tratti sottili, lettere rotondeggianti, ariose, composte da pochi tratti. Risultano distintive le lettere maiuscole (D, E, M, T)».
Legatura: La copertina in pelle scura (415 × 280 mm) è quella che hanno quasi tutti i codici marciani del fondo antico, fatta fare per iniziativa del bibliotecario Lorenzo Tiepolo (1736-1742): il leone marciano figura impresso sui due piani e i quattro angoli sono ornati da disegni floreali. Sul dorso si legge FOUQUE DE CAND. ROM nella seconda casella in alto (su sei).
Foliazione: Una mano settecentesca ha vergato «Due . 6 .» nel margine inferiore della c. 1r a sinistra, «carte 91» nell’angolo superiore della c. 91v a destra.
Decorazione: Il codice è riccamente decorato. Ogni iniziale di lassa, colorata alternativamente in rosso e blu, è decorata da antenne e volute a contrasto blu e rosse tracciate a penna che si estendono lunghi i margini della pagina. Questa alternanza è affetta però da molte anomalie e alcune iniziali non sono state colorate, anche se sono visibili le letterine d’attesa tracciate dal copista. Il rubricatore non ha, inoltre, riempito le due righe lasciate dal copista nel f. 75r, prima della lassa 690, destinate verosimilmente a una rubrica che indicasse l’inizio della seconda parte, come accade in questo punto in V2.
Ogni lettera di inizio verso è maiuscola e di modulo un po’ più grande. La prima carta è miniata. Nel margine superiore compare lo stemma dei Gonzaga a strisce nero e oro, stemma doppiamente riproposto nel margine inferiore, dove un angelo azzurro dalle ali viola sorregge il cimiero di Guido Gonzaga.
Altre informazioni: A dimostrazione del successo che godeva l’opera tra i lettori, si consideri che l’11 dicembre 1376 Gilberto da Correggio restituisce con una lettera lo stesso manoscritto a Ludovico Gonzaga, che glielo aveva prestato.
Segnature antiche: Sulla controguardia anteriore figurano la collocazione antica Arm[adio] C | Th[eca] IV, poi cancellata e riscritta come LXI (L sembra appunto ripassato sopra un precedente C) | J (a sua volta cancellata), e poi la collocazione ducale riportata nell’interlinea tra le due vecchie segnature, CIV. 3; in alto a sinistra si trova l’attuale «Mss. Francesi | Fondo Antico n.o 19 | Provenienza | Recanati | Giovanni Batt. | collocazione 232» (in corsivo le parti aggiunte a penna nell’etichetta di carta stampata). Nel primo foglio di guardia è ripetuta la collocazione ducale CIV. 3, mentre in un’etichetta di pergamena incollata e centrata in alto si legge «Codice XIX. | In foglio, di carta pecora di fogli 91. | FOLCO di Candia, romanzo in versi [di Erberto Duca di Danmartin]. | Questo romanzo è citato dal Du Cange nel Glossario Latino al-|la voce Baccalarii», dove si ricopia quanto riportato nel catalogo Zanetti del 1741, p. 260. Il terzo foglio di guardia, ricavato da una vecchia controguardia, è di dimensioni ridotte e in pergamena (295 × 207 mm); nel verso vi si legge «Romanzo provenzale».
Possessori: Il manoscritto era in possesso di Francesco Gonzaga, perché compare, insieme a V2, nel celebre inventario redatto nel 1407, dove è identificabile con il n. «46. Guilielmus de Orenga. Incipit et finit ut supra [Fr. 20]. Continet cart. 91» (cfr. Cfr. Braghiroli (et alii) 1880, p. 512). Appartenne poi al nobile veneziano Zambattista Recanati (1687-1734), che lo acquistò tra il 1707 e il 1722, e alla sua morte nel 1734 passò alla Biblioteca Marciana (timbri di possesso «Biblioteca Nazionale | Venezia | di S. Marco» alle cc. 1v e 91r).
Per la descrizione del codice, cfr. anche, con dati parzialmente diversi rispetto a quelli qui forniti, Moreno 1997, pp. 21-22; Bisson 2008, pp. 88-90.
Contenuto
Sfoglia
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Crediti
Scheda di Francesca Gambino 30.01.2021.