RIALFrI - Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana# ISSN 2282-6920

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Cinque aguraçes

Titles
Cinque aguraçes (dalla rubrica: “Cestes sunt cinque aguraçes li qual se fistrent cinque cevalers zascun por soi meesme”).
Dating
Ms. della I metà (o forse degli ultimi trent’anni) del XIV sec.
Incipit
- Ore ause mille marche d’arçant
Explicit
si che nulla arma poust in perdicion andar /e que de infern le poust for trar.
Form of the text
5 coblas di 8 vv. endecasillabi (décasyllabes) qualche volta irregolari (manca il sesto verso dell’ultima cobla). Rime (o assonanze) ABABCCDD.
Language
Stratificazione provenzale, italiano settentrionale e francese.
Topic
Come da rubrica (vedi sopra Titolo) cinque cavalieri espongono, in una cobla a testa, dei desideri che qui elenchiamo brevemente e di seguito: ricchezza, saggezza, generosità cavalleresca, una bella donna, un seguito di cavalieri fedeli, bei vestiti, allegria, capacità di parlare molte lingue, di distinguere chi dice il falso da chi dice il vero e, infine, amare Dio e essere amato da lui, tanto che lui salvi la propria anima e quelle degli altri.
Type of text
Derivazione franco-italiana con residui di provenzale della “Canzone dei Desideri” del Trovatore Pistoleta (“letterina”, attivo tra il 1190 e il 1230 ca.), Pillet-Carstens n.o 372 (Alfred Pillet - Henry Carstens, Bibliographie der Troubadours, Max Niemeyer Verlag, Halle, 1933).

Testo

La canzone marciana è un testimone tardo e deformato della “Canzone dei Desideri” del trovatore Pistoleta, che si legge oggi nell’ed. di C.P. Hershon, Pistoleta, “Revue des langues romanes”, CVI, 2003, pp. 283-88 (l’intero articolo 247-341).  Il foglio di guardia marciano è denominato θ da Paul Meyer. Seguendo la tradizione manoscritta, così come è stata esaminata da questo studioso, è possibile ricostruire nelle grandi linee almeno una parte delle trasformazioni che portano a θ. I è il testimone più vicino all’originale. La versione detta J interpola tre nuove strofe portandone il numero dalle 5 originarie a 8. Queste strofe non sono d’autore, ma sono provenzali, anche se poi hanno avuto seguito soprattutto in Italia. Due delle strofe interpolate di J appaiono anche in una terza versione, Y, esemplata anche questa in Italia, che riduce però quelle originarie a tre, risultando quindi di 5 strofe. Infine una cobla esparsa, sempre di localizzazione italiana, riprende in parte la prima cobla interpolata. Θ segue nelle prime tra strofe il testo originario, mentre le ultime due riprendono con variazioni le strofe innovate da J e Y.

La rubrica di Θ invita a leggere la “Canzone dei Desideri” come un dialogo di cinque voci in cui ognuna esprime diversi desideri, mondani i primi quattro, un desiderio religioso l’ultima. Già Y sarebbe in realtà leggibile in questo modo, anche se nessuna didascalia lo suggeriva: difficilmente quindi si potrebbe pensare a questa possibilità se non richiamandosi a Θ. La canzone originaria, invece, è pensata come una sequenza di desideri espressi dallo stesso io poetante, che conclude la poesia nell’ultima cobla, secondo la tradizione provenzale, indirizzandosi alla “domna”, di cui negli ultimi due versi elogia la bellezza.

Così la “Canzone dei desideri” marciana può essere considerata per il contenuto, come pure per la lingua (v. avanti), come uno sviluppo originale e relativamente indipendente dalla canzone di Pistoleta. Sempre il contenuto, ma anche la metrica piuttosto irregolare e le frequenti varianti del testo rispetto alla tradizione ci suggeriscono di pensare a un testo di uso giullaresco, nonostante nella rubrica si parli di cinque cavalieri.

Data questa situazione, un’edizione di Θ non può essere che strettamente conservativa. Paul Meyer (1890) l’aveva pubblicata a parte (come aveva fatto del resto anche per i testi di altri mss.). Conservativa è anche l’edizioni di Renzi 1968. In Renzi 1968 (e anche nella ristampa del 2008) è riprodotta fotograficamente la carta della Biblioteca Marciana che contiene la canzone.

La prima trascrizione palografica della Canzone marciana è stata quella di Adolfo Mussafia 1867 (ma alcune lezioni sono state corrette in Renzi 1968). Diversamente da Meyer (1890), l’edizione Niestroy non si è interessata Θ, come pure quella più recente di Hershon, che si limita a dichiarare J  e Θ ugualmente “italiens” (234).

            Non la “Canzone dei Desideri” marciana,  ma quella originale (o meglio,  più vicina all’originale) in provenzale si legge nell’edizione di Hershon, cit. sopra. La precedente edizione di Paul Meyer (1890) era stata ripresa di peso nell’edizione di Erich Niestroy, Der Trobador Pistoleta, Halle a. S., 1914, n.o IX (pp. 59-62) e si trova riprodotta in varie antologie trobadoriche, come M. de Riquer, Los Trovadores, Historia literaria  y textos, 1975, t.2, pp. 1164-1170, Giuseppe E. Sansone, La poesia dell’antica Provenza. Testi e storia dei Trovatori, Parma, Guanda, 1993, 475-479.

Lingua

 La lingua di Θ conserva solo in parte la veste originaria provenzale. Su questa si sovrappongono uno strato francese e uno italiano settentrionale. Questi ultimi due strati insieme realizzano un impasto linguistico simile al cosiddetto franco-italiano o franco-italiano, come è mostrato analiticamente in Renzi (1967-68). (Come autore di quel vecchio studio e di questa scheda, vorrei correggere un particolare: la forma I, 4 di Θ moltons (‘montoni’) con il nesso –lt- mi sembrava allora un venetismo (ven. molton). Ma –lt– è etimologico (REW 5739 MŬLTO, celtico). Prov. e fr. ant. avevano molton, mentre le forme con –nt– sono dovute a paretimologia da MONTARE. Anche se I ha moutos, non si può dire che molton(s) è it. sett,. ma bisognerà dire che realizza, come in altri casi, la sovrapposizione di provenzale, francese antico e italiano settentrionale- la –s- finale naturalmente è del prov. e fr. antico).

Manoscritto

Bibliografia

Edizioni e studi

Meyer, Paul,

1890                La poésie des Trouvères et celle des Troubadours. Appendice: Les Souhaits de Pistoleta, “Romania”, XIX, 43-62.

 

Renzi, Lorenzo

1968                Stratificazione provenzale-franco-veneta nella “Canzone die desideri” marciana, “Atti dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti. Classe di scienze morali, lettere ed arti”, a.a. 1967-68, 126, 39-68 poi in Le piccole strutture. Linguistica, poetica, letteratura, Bologna, Il Mulino, 2008, 237-263.

Pistoleta

Nato in Provenza (verso il 1180, secondo i calcoli di Niestroy 1914, che incontrano tuttavia forti riserve da parte di Herson 2003, 250), Pistoleta, ovvero ‘piccola lettera’, ‘bigliettino galante’, prima di cimentarsi a sua volta come trovatore, fu l’interprete ed il giullare del chierico e poeta del Périgord, Arnaut de Maruelh.

Nel ruolo di giullare, Pistoleta dovette essere molto stimato, dato che la sua vida lo indica con il termine cantaire, attestato nelle biografie dei trovatori in un solo altro caso, quello cioè del poeta perigordino, suo contemporaneo, Aimeric de Sarlat (Noto 1998, 42).

Nel tentativo si guadagnarsi la vita con la sua arte poetica, Arnaut de Maruelh si stabilì alla corte della contessa Adelaide di Burlatz, figlia di Raimondo V di Tolosa e sposa del visconte di Béziers, dove rimase verosimilmente fino al 1194; anno in cui Alfonso II d’Aragona (1151-1196), il suo rivale in amore, irritato nel vedere los semblans amoros che la contessa fazia az Arnaut, la persuase a rompere l’amicizia con il trovatore, che riparò a Montpellier dove trovò la protezione del conte Guglielmo VIII. È con molta probabilità proprio a Montpellier che Pistoleta riesce a conquistarsi anche la protezione del re Pietro II d’Aragona: nel 1204 infatti il sovrano si trovava nella città francese, essendovi giunto per sottoscrivere il contratto di matrimonio con Maria, la figlia primogenita del defunto conte Guglielmo VII.

Oltre alla contessa di Burlatz ed al re Pietro II d’Aragona, un altro possibile protettore di Pistoleta fu Tommaso I di Savoia (che regnò dal 1189 al 1233), di cui viene fatto l’elogio in Manta gent fas meravilhar.

Stando alle informazioni ricavabili dai suoi testi, la carriera di Pistoleta come trovatore cominciò verso il 1205 (Riquer 1975, 1165; Jeanroy 1934, I, 41-43, Herson 2003, 256).

Seguendo Arnaut de Maruelh, Pistoleta apprese i generi trobadorici canonici, ma non si appropriò mai della metrica del testi del suo maestro, tranne che nel caso di Sens e vezers, che condivide lo schema, ma non le rime, di La grans beautatz e·l fis enseignamens del trovatore perigordino.

Quanto ai suoi rapporti con altri trovatori, Pistoleta conobbe di certo la moglie di Eble V di Ventadorn, la trobairitz Maria di Ventadorn (1165-1221), così come il poeta e mecenate Blacatz (fl. 1200-1236), con il quale compose una tenso che Niestroy data al 1228.

Tramite la sua vida, sappiamo infine che Pistoleta prese moglie a Marsiglia, si fece mercante e, divenuto ricco, smise di frequentare le corti (e venc rics e laisset d’anar per cortz).

 

Bibliografia

 

Herson, Cyril P.

2003    Pistoleta, «Revue des Langues Romanes», CVII, 2, 2003, 247-341.

 

Jeanroy, Alfred

1934    La Poésie lyrique des troubadours, Toulouse, Privat; Paris, Didier, 1934.

 

Meyer, Paul

1869 e 1870    Les derniers troubadours de la Provence, d’après le chansonnier donné à la Bibliothèque Impériale par M. Ch. Giraud, «Bibliothèque de l’École des Chartes», XXX, 1869, 245-297, 461-531, 649-687; XXXI, 1870, 412-462.

1890    Les Souhaites de Pistoleta, «Romania», 19, 1890, 43-62.

 

Niestroy, Erich

1914    Der Trobador Pistoleta, Halle, Beihefte zur Zeitschrift für Romanische Philologie, 1914.

Recens.: Alfred Jeanroy e Leo Spitzer, «Romania», 43, 1914, 445-450.

 

Noto, Giuseppe

1998    Il giullare e il trovatore nelle liriche e nelle «biografie» provenzali, Alessandria, Edizioni dell’Orso, 1998.

 

Riquer, Martin de

1975    Los Trobadores. Historia literaria y textos, Barcelona, Planeta, 3 voll., 1975.

Crediti

Scheda a cura di Lorenzo Renzi.

Biografia di Pistoleta a cura di Serena Modena.

Ultimo aggiornamento: 16 giugno 2013.

 

 

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