RIALFrI - Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana# ISSN 2282-6920

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Iscrizione muraria del castello di Issogne in Valle d’Aosta

Titles
Iscrizione muraria del castello di Issogne in Valle d’Aosta.
Dating
1489.
Language
Francese.
Type of text
Graffito tracciato sul pilastro di una delle arcate del portico del castello di Issogne da una maestranza al servizio di Giorgio di Challant, che ricorda il suo nome e la data in cui si occupò della sistemazione della cantina del castello.

Contenuto

In Valle d’Aosta la diffusione della lingua e della letteratura francese è attestata sin dal XIII secolo, epoca alla quale risaliva un manoscritto frammentario del romanzo d’Escanor che si trovava nel castello Sarriod de la Tour di Saint-Pierre, ma del quale si sono oggi perdute le tracce. Nelle biblioteche dei castelli valdostani, stando a quanto si apprende dagli inventari, erano però conservati anche manoscritti di altre opere letterarie francesi, dal Roman de la Rose alla Vie de Saint Alexis, da Berte as grans piés alle rime del Petrarca tradotte in francese.

Dal 1302, del resto, la Contea di Aosta passò sotto il dominio della Casa di Savoia, alla quale rimase unita fino al 1860, allorché quest’ultima fu incorporata alla Francia. Le grandi famiglie feudali valdostane dei Challant e dei Vallaise, che frequentavano assiduamente la corte di Savoia, dovevano parlare, leggere e scrivere in francese. Sui muri stessi dei castelli cominciarono ad apparire testi in francese: l’erudito valdostano François-Gabriel Frutaz riferisce che nel castello di Quart era possibile leggere ancora nel 1893 una quartina attribuita al troviero del XIII secolo Thibaut de Champagne, re di Navarra (cfr. Frutaz 1913: 26). Secondo la sua testimonianza inoltre sarebbe stato proprio Bonifacio I di Challant – maresciallo di Savoia e uomo di cultura tanto raffinato da essere indicato come il possibile possessore di un codice dell’Entrée d’Espagne, di cui restano alcuni frammenti nella legatura di un volume di consegnamenti del XV secolo rinvenuto nel castello di Châtillon (cfr. Aebischer 1928; Frutaz 1966: 59; Colliard 1976: 19; Specht 1984) – l’autore di un graffito in versi datato 20 novembre 1402, accompagnato dalle iniziali B. C., che, inciso su un muro del suo castello di Fénis, rappresenterebbe la più antica testimonianza letteraria autoctona in lingua francese.

Nella galleria di questo stesso castello, una decina d’anni dopo, tra il 1413 e il 1414, Bonifacio di Challant fece eseguire da Giacomo Jaquerio, il maggior pittore operante in quegli anni nell’area sabauda, la famosa serie di ventiquattro ritratti di filosofi, saggi e profeti di ogni tempo che reggono dei filatteri sui quali sono iscritti, in forma di quartine generalmente di octosyllabes, proverbi e sentenze morali in antico francese (cfr. Boson 1919-1920 e 1953: 16-25; Modena 2016: 168-174).

A questi esempi sono da aggiungere le centinaia di graffiti, iscrizioni e incisioni spontanee custodite nel castello di Issogne e tracciate nel corso dei secoli dalla mano degli abitanti di questa dimora, tanto da esponenti della nobiltà e del clero che da domestici, operai, artisti e artigiani, viaggiatori e pellegrini provenienti dai diversi paesi dell’Europa occidentale (cfr. Costa 2017). Nel 1995 Omar Borettaz ha stilato un catalogo di oltre 500 scritte murarie, sia in latino che in volgare, raccolte in questo castello. Tra i più antichi graffiti repertoriati vi sono quelli che riferiscono i nomi delle maestranze e degli artisti che lavorarono per Giorgio di Challant, il priore di S. Orso in Aosta che maggiormente ha influito sulla ricostruzione tardo-quattrocentesca del castello e sulla decorazione del cortile, come il maestro pittore di nome Collino, il noto e apprezzato scultore Stefano Mossettaz e l’architetto-muratore Jean Devalupe, o de Valupe. L’iscrizione che riguarda quest’ultimo personaggio è stata vergata con un chiodo sul pilastro di una delle arcate della corte (cfr. Borettaz 2008: 13-14) e recita: «1489. Jan Devalupe a faict la cave de ce chateaus pouz (in luogo di ‘pour’, dove la –z finale della preposizione andrà senz’altro ricondotta ad un mero errore d’anticipo da parte del trascrittore rispetto alla prima cifra del numero che segue) 20 florin». La scritta in questione, essendo molto probabilmente la più antica di tutte quelle presenti nel castello, risulta quindi importante non solo per ciò che concerne la storia della costruzione del castello, ma soprattutto dal punto di vista linguistico in quanto testimonianza della circolazione del francese non solo come idioma colto ed elitario ma come lingua veicolare, parlata nella vita quotidiana della popolazione valdostana.

Bibliografia

Aebischer, Paul

1928   Ce qui reste d’un manuscrit perdu de l’Entrée d’Espagne, «Archivum Romanicum», 12 (1928), pp. 233-264.

 

Boson, Justin

1919-1920    Proverbes en ancien français du château de Fénis, «Augusta Praetoria», 1 (Décembre 1919-Janvier 1920), pp. 215-235.

1930   Visita ai Castelli valdostani. Dipinti e scritte del castello di Fénis, «Aosta», 3/suppl. 3-4 (1930).

1953   Le château de Fénis, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1953.

 

Borettaz, Omar

1995   I graffiti nel castello di Issogne in Valle d’Aosta, Ivrea, Priuli & Verlucca, 1995 («Quaderni di cultura alpina», 46).

1999   Anche i muri parlano. I graffiti del castello, in Il Castello di Issogne in Valle d’Aosta: diciotto secoli di storia e quarant’anni di storicismo, a cura di Sandra Barberi, Torino, Umberto Allemandi & C., 1999, pp. 153-156.

2008   Des murs qui parlent: quelques notes sur les graffiti dans les églises et les châteaux valdôtains, in «Nouvelles du Centre d’études francoprovençales René Willien», 58 (2008), pp. 6-23: 13-14 [da cui proviene la foto].

2018   1568. Adì 3 iunio arrivai qua più morto di vivo. Vita quotidiana e grandi eventi nei graffiti del castello di Issogne in Valle d’Aosta, in I segni dell’uomo. Iscrizioni su rocce, manufatti e affreschi dell’arco alpino, una fonte storica trascurata. 6-7 ottobre 2018, Varallo e Rima (Valsesia). Riassunti delle relazioni del convegno e guida all’escursione, a cura di Roberto Fantoni, Riccardo Cerri e Piero Carlesi, CAI Sezione di Varallo, Commissione scientifica ‘Pietro Calderini’, 2018, pp. 37-39.

 

Bréan, Jean

1948   Anthologie littéraire valdôtaine, Aoste, Imprimerie Valdôtaine, 1948, pp. 223-227.

 

Colliard, Lin

1960   La bibliothèque du château d’Issogne d’après l’inventaire de 1565, «Bollettino Società Accademica di S. Anselmo», 37 (1960), pp 61-68.

1972-73        Inventaire des biens appartenant au dernier comte de Challant (1796), «Bollettino Società Accademica di S. Anselmo», 46 (1972-73), pp. 149-240.

1976   La Culture valdôtaine au cours des siècles. Précis biobibliographique et morceaux choisis, Aoste, Imprimerie Itla, 1976, pp. 19-25.

 

Costa, Maria

2017   Témoignages écrits en langue vulgaire dans la Vallée d’Aoste du bas Moyen Âge, «Studi Francesi», 182 (2017), anno LXI, fasc. II, pp. 289-294.

 

Frutaz, Pietro Amato

1966   Le fonti per la storia della Valle d’Aosta, Roma, Edizioni di storia e letteratura, 1966.

 

Frutaz, François-Gabriel

1913   Les origines de la langue française dans la Vallée d’Aoste, Aosta, Marguerettaz, 1913.

1926   Compte-rendu de la séance du 18 mai 1920, in «Bulletin de l’Académie Saint-Anselme», 21 (1926), pp. 20-21.

 

Modena, Serena

2016   “Tituli”, iscrizioni e motti: il francese esposto in Italia fra XIV e XV secolo, «Francigena», 2 (2016), pp. 153-199.

 

Orlandoni, Bruno ‒ Prola, Domenico

1982   Il castello di Fénis, Aosta, Musumeci, 1982.

 

Rosellini, Aldo

1962   La francisation de la Vallée d’Aoste, in «Aevum», 5/6 (1962), pp. 484-511.

1970   Essai sur la francisation de la Vallée d’Aoste des origines au XVIe siècle, in «Studi mediolatini e volgari», 18 (1970), pp. 113-215.

 

Rossetti Brezzi, Elena

1989   La pittura in Valle d’Aosta tra la fine del 1300 e il primo quarto del 1500. Presentazione di Giovanni Romano, Firenze, Le Lettere, 1989 («Storia delle arti», 1).

 

Specht, René

1984   La tradition manuscrite de l’«Entrée d’Espagne». Observations sur le fragment de Châtillon, in Essor et fortune de la Chanson de geste dans l’Europe et l’Orient latin. Actes du IXe Congrès International de la Société Rencesvals pour l’Études des Épopées Romanes (Padoue-Venise, 29 août-4 septembre 1982), 2 voll., Modena, Mucchi, 1984, vol. II, pp. 749-758.

 

Street, Jack D.

1995   Pierre Lexert and Poetry in French in the Valle d’Aosta, Italy, «The French Review», 69/2 (1995), pp. 255-263.

Crediti

Scheda a cura di Serena Modena.
Ultimo aggiornamento: 10 marzo 2019.

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