“Les eschés amoureux” del manoscritto Str. App. 23 (=267) della Biblioteca Marciana di Venezia
- Titles
- Les eschés amoureux
- Dating
- Tra il 1370 e il 1380
- Form of the text
- Octosyllabes a rima baciata
- Language
- Variante piccarda del francese antico
- Topic
- Sogno-visione in cui il protagonista, ovvero l’autore stesso, intraprende un viaggio di formazione
- Type of text
- Poema riconducibile al genere allegorico-didascalico.
Autore e data
L’autore del testo rimane per noi anonimo. Nulla sappiamo sulla sua identità, ma possiamo sottolineare qualche dettaglio che ci permette di cogliere alcuni tratti caratteristici della sua identità. In primo luogo la lingua: essendo il testo composto in una variante piccarda del francese, è sicuro che l’autore provenisse da una regione della Francia del Nord. Il nostro autore è stato, inoltre, un uomo con una cultura erudita vastissima, come dimostrano i numerosissimi riferimenti alla letteratura contemporanea e alla cultura classica disseminati nel testo. Si può anche ipotizzare che l’autore operasse a Parigi1: nel testo, infatti, tesse l’elogio della città e dei suoi studi universitari, durante i quali egli probabilmente approfondì la propria conoscenza in materie artistico-umanistiche.
Per quanto riguarda la data, all’interno del testo si coglie un riferimento storico che ci permette di datarlo con maggiore precisione. Nel poema viene nominato un certo Bertrans, li nobles connestables2, ovvero Bertrand du Guesclin che divenne connestabile del Regno di Francia per volontà di Carlo V nel 1370. Siccome nel poema viene utilizzato l’appellativo connestables, è sicuro che il testo sia stato scritto dopo il 1370. Inoltre, per riferirsi a Bertrand du Guesclin, l’autore utilizza il tempo indicativo presente, senza far menzione della sua morte: è dunque ipotizzabile che il testo sia stato composto prima del 1380, anno della morte del connestabile.
Note
1 Questo passo non è contenuto nell’edizione proposta in questa sede, cfr. dunque Heyworth-O’sullivan 2013, p. 578, vv. 15294-15304.
2 Questo passo non è contenuto nell’edizione proposta in questa sede, cfr. dunque Körting 1871, p. VII, f. 100rb.
Argomento
Composta in octosyllabes a rima baciata, Les eschés amoureux è un’opera riconducibile alla tradizione dei poemi allegorico-didascalici. Di seguito viene riassunto brevemente il contenuto del testo conservato alla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia, il quale risulta essere mutilo sia nel principio sia nella parte finale e riporta circa 14000 versi dell’opera complessiva. Il contenuto dell’incipit, non essendo presente nel manoscritto marciano, viene ripreso dal testimone conservato alla Biblioteca Universitaria di Dresda.
Il poema si apre con una dedica agli innamorati e ai giocatori di scacchi. L’autore si trova una mattina di primavera a letto, quando gli appare Natura, che lo incoraggia ad intraprendere un viaggio da Oriente verso Occidente. Durante questo viaggio l’autore incontrerà diverse figure legate alla cultura e alla letteratura classica e mitologica, tra cui: Mercurio, che gli chiederà di confermare il giudizio di Paride; le dee Giunone, Venere e Pallade; la dea Diana, che cercherà di dissuaderlo dal continuare il viaggio. L’autore arriverà alla fine a vergier de Deduit, all’interno del quale incontrerà la carole ripresa dal Roman de la Rose e affronterà una partita a scacchi con una fanciulla (promessagli in amore da Venere), che lo sconfiggerà. La parte del testo contenuta nel manoscritto marciano si conclude con un dialogo tra l’autore e il dio Amore, e infine, con Pallade, che cercherà di dare una serie di consigli all’autore affinché quest’ultimo possa vivere una vita dedicata allo studio e alla contemplazione.
Per il contenuto dell’opera, e per la profonda erudizione che l’autore dimostra nel testo, non è semplice definire con precisione il carattere del poema: oltre ad essere un sogno-visione allegorico, il poema degli Eschés amoureux può anche essere considerato come un romanzo didattico-formativo, un’opera enciclopedica, oppure un’allegoria scacchistica.
Manoscritti
Il poema degli Eschés amoureux è tradito da due manoscritti e un frammento:
D= Dresden, Sächsische landesbibliothek, Mscr. Dresd. OC. 66.
V= Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, Str. App. 23 (=267).
H= Harvard, Harvard University Library, MS. FR. 278.
Lo studio e l’edizione presentati in questa sede tengono come base il manoscritto marciano, di cui si fornisce di seguito una breve descrizione.
Il testimone marciano è conservato nel fondo Contarini ed è un codice membranaceo di 156 carte totali. Tutte le carte del manoscritto sono numerate dalla 37 alla 201, ma risultano esserci degli errori nella numerazione: si riscontra un salto di dieci numeri tra la carta 79 e 90 (che dovrebbe corrispondere alla c.80), e una carta non numerata dopo la c. 105. Sono state perdute invece le prime 36 carte del codice e alcuni fascicoli alla fine. Il codice è composto in totale da 26 fascicoli di sei carte ciascuno.
Il testo viene trascritto in una sola colonna per foglio di lunghezza variabile. In tutto il manoscritto, a fianco al testo, si trovano delle glosse latine trascritte da mani diverse che integrano il contenuto del poema. Lo specchio di scrittura del testo, così come quello delle glosse latine, è segnato da due, oppure in certi casi tre, linee tracciate a matita. Il testo è mutilo all’inizio e alla fine, e riporta in totale 13270 versi (circa la metà rispetto al ms. D).
Nonostante Kraft propendesse per una composizione italiana del codice (Kraft 1977, p. 25ss), è più plausibile un arrivo in Italia del codice dalla Francia tramite la figura di Giovanni Contarini (1370-1451). Dal punto di vista cronologico il codice è collocabile tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo. La scrittura principale è una minuscola corsiva gotica, definita come gothica currens, mentre la scrittura delle glosse latine è sempre minuscola ma di modulo più piccola. Entrambe le scritture sono riconducibili alle scritture universitarie francesi.
Anche dopo un’analisi macroscopica è possibile affermare che il testimone marciano sia una copia di lavoro. Correzioni, rasure, il sistema di numerazione così come quello di paragrafazione sono tutti indizi di un lavoro sul manoscritto che non si è fermato dopo la prima stesura. In particolare, Raimondi (Raimondi 1998, p. 95ss) ha individuato ben quattro mani, che, in momenti diversi sono intervenute nel codice: una mano principale che trascrisse il testo in versi, ed altre tre mani che intervennero sulle glosse latine e corressero alcune parti del testo versificato.
Lo studio e l’edizione presentata in questa sede tengono come base il manoscritto marciano.
Lingua
L’analisi linguistica del testo degli Eschés amoureux contenuto nel ms. V è stata inizialmente influenzata dall’ipotesi di una provenienza italiana di quest’ultimo postulata da Kraft nella sua edizione del 1977 (Kraft 1977, p. 25). All’inizio della ricerca lo studio linguistico era, dunque, mirato ad individuare possibili italianismi nel testo; obiettivo, avverto già il lettore, non raggiunto. Il testo contenuto nel manoscritto marciano risulta essere, infatti, distintamente piccardo; inoltre, la lingua dell’autore e quella del copista sembrano sovrapporsi quasi completamente.
Tra i tratti linguistici piccardi più evidenti si sottolineano i dittonghi nasali /ãi/ e /iẽ/, che coincidono e spesso vengono rappresentati tramite la grafia /ain/ per entrambi (es. plaine(s), v. 3066); la conservazione della /w/ germanica (es. Wulcanus, vv. 3225, 3352); la mancata palatalizzazione di /ka/ (es. cascun(s), v. 3850); la palatalizzazione di /c/ + /e/ in /che/ (es. chiel, v. 3253); la la forma debole dell’articolo determinativo femminile le sostituisce la forma forte in la.
Per uno studio linguistico del testo si rimanda anche a Kraft 1977.
Testo
Il manoscritto Str. App. 23 (=23), siglato V in questa edizione, risulta essere acefalo dei primi 3028 versi, il contenuto dei quali viene qui riassunto brevemente: L’Autore, ormai alla soglia della giovane età, si trova una mattina sveglio a letto, quando improvvisamente gli appare Natura. Dopo aver descritto dettagliatamente Natura e il suo ruolo allegorico, ella lo invita ad intraprendere un cammino alla scoperta della bellezza del mondo. Le possibilità sono due: o un cammino circolare che parte da Oriente ed in Oriente si conclude, oppure un tragitto che inizia ad Occidente. Natura raccomanda la prima via (che è quella della ragione) e si congeda. L’Autore comincia così il suo viaggio, e le prime figure che incontra sono Pallade, Giunone e Venere, accompagnate da Mercurio, il quale chiede all’Autore di giudicare la bellezza delle tre, come tempo addietro aveva già fatto Paride. L’Autore giudica Venere come la più bella, e la dea in cambio lo invita così nel Vergier de Deduit, dove si trovano suo figlio Deduit, mastro del divertimento, e la fanciulla a lui promessa da Venere come ringraziamento per il suo giudizio. L’Autore intraprende così la sua strada verso il vergier, ma nel mentre, all’interno della foresta di Diana, incontra quest’ultima, che cerca di dissuaderlo da questa scelta. La dea descrivere il vergier come un luogo pieno di pericoli. Inoltre, Diana racconta come ella sia stata abbandonata da tutti proprio a causa del comportamento di Venere, la quale seduce gli uomini con la sua bellezza e li allontana dalla vita virtuosa. Il manoscritto V si apre con un discorso diretto di Diana che parla all’Autore.
Edizione del testo a cura di Giacomo Costa 2023
[1] Il ms. V riporta pes; accolgo a testo la correzione di Raimondi, pedes (cfr. Raimondi 2007, p. 70).
[2] Il ms. V riporta Alerni; accolgo a testo la correzione di Raimondi, Alani (cfr. Raimondi 2007, p. 70).
Bibliografia
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Internationalen Musikgesellschaft» vol. 6, no. 3, 1905, pp. 346–55.
COSTA 2022
Giacomo Costa, “Les Eschés Amoureux” del manoscritto Str. App. 23 (=267) della
Biblioteca Marciana di Venezia, vv. 3029-6074. Introduzione, edizione e commento, tesi di
laurea magistrale, Università degli Studi di Padova, Padova, 2022.
GALPIN 1920
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HEYWORTH-O’SULLIVAN 2013
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Gustav Körting, Altfranzoesische Uebersetzung der Remedia amoris des Ovid: ein Theil des
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Anne Marie Legaré, La réception du poème des “Eschés Amoureux” et du livre des “Eschez
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Amandine Mussou, A l’instance d’un autre, fait en rime nagueres. Fiction et commentaire
chez Évrart de Conty, des Eschés amoureux en vers au Livre des eschez amoureux moralisés
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MUSSOU – SAVOYE 2015
Amandine Mussou e Marie-Laure Savoye, "Les eschés amoureux" en vers: nouvelle édition
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RAIMONDI 2007
Gianmario Raimondi, “Les Eschés amoureux”. Studio preparatorio ed edizione (II. V.
3363-5538), in «Pluteus» (1999-2000), Alessandria, 2007, pp. 39-158.
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Alberto Rivoire, Li Eschés amoureux. Frammenti trascritti dal codice Marciano con
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SIEPER 1898
Sieper, Ernst, Les Esches Amoureux. Eine altfranzösische Nachahmung des Rosenromans
und ihre englische Übertragung, in «Literarhistorische Forschungen», IX, Weimar, 1898.
Crediti
Scheda a cura di Giacomo Costa. Messa in linea: Francesca Gambino.
Redazione della scheda: 8 marzo 2023. Ultimo aggiornamento: 23 marzo 2023.