Régime du corps
- Titles
- Il trattato di Aldobrandino da Siena non presenta alcun titolo nei manoscritti, ma viene designato solitamente come Régime du corps secondo l’incipit del ms. della Biblioteca Nazionale di Parigi fr. 2022 «Cy s’ensuit le livre nommé le regime du corps que fist jadiz maistre Alebrandin». Il titolo Régime de santé è invece un’aggiunta posteriore da parte di taluni bibliotecari in manoscritti come lo Sloane 3152 della British Library di Londra.
- Dating
- Metà del XIII sec.
- Incipit
- Au commencement de che livre, si dirons pour coi il fu fais, et là où il fu prins, et quant il fu fais à le requeste le contesse de Prouvenche ki est mere le roine de France, le roine d’Engletiere, et le roine de Alemaigne, et la contesse d’Angou. Et si le fist maistres Alebrans de Florence, en l’an de l’incarnation Jhesu Crist .m.cc.lvi. ans […].
- Explicit
- Et li ensegnemens ki font plus à droit
sont cil des iex et du visage. - Form of the text
- Prosa.
- Language
- Francese antico.
- Topic
- Trattato di igiene, di dietetica e fisiognomica composto dal medico senese Aldobrandino.
- Type of text
- Compilazione basata su traduzioni latine di opere di Avicenna, Isacco Giudeo, Costantino l’Africano e Rhazes. Il trattato di Aldobrandino da Siena ha il merito di essere il primo scritto di medicina del Medioevo redatto in lingua volgare invece che in latino.
Testo
Il Régime du corps si divide in quattro parti: igiene generale, salute dei singoli organi, dietetica e fisiognomica.
L’opera di Aldobrandino è, come la maggior parte delle produzioni a carattere trattatistico del Medioevo, una compilazione che si rifà alle auctoritates arabe, di cui già esistevano traduzioni latine. Il prologo, d’altra parte, non lascia sfuggire nulla al riguardo, perché informa il lettore che le nozioni esposte nel Régime du corps provengono dai milleurs auteurs… si com… Ypocras, Galiien, Constentin, Jebenniste, Ysaac, Aristotele, Diogenen, Serapion, Rasis, Avicenne. Ma l’autore del prologo esagera, perché né Ippocrate né Aristotele, né Diogene né Galliano sono direttamente usati da Aldobrandino, che si è accontentato di riprodurre i loro nomi da citazioni incontrate in Isaac Judaeus (De diaetis particularibus et universalibus), Avicenna (Canone), Rhazes (Liber medicinalis Almansoris); oppure ne dimentica altri, dato che non menziona per esempio Ali Abbas (Liber regius), dal quale però sono stati fatti molti prestiti.
Nella prima e nella seconda parte del suo trattato Aldobrandino attinge largamente al Canone di Avicenna (specialmente per i capitoli sui capelli, le orecchie, il viso, il fegato, il cuore che sono ripresi quasi integralmente), compilandolo all’occorrenza con prestiti da Ali Abbas, Rhazes e Costantino l’Africano, il cui trattato, Liber de Stomacho, ha dato la materia per il capitolo Comment on doit garder l’estomac en santé.
Se Aldobrandino ha largamente attinto all’opera di Avicenna per la redazione dei primi due libri del suo trattato, è invece Ishak ben Soleiman, più noto attraverso la denominazione latina di Isaac Judaeus, o Isaac l’Israelita, medico egiziano del X secolo, ad avergli interamente fornito i materiali della terza parte, la Diététique, che occupa il posto più grande nella compilazione. Dal De diaetis universalibus et particularibus di Isaac Giudeo, Aldobrandino ha attinto l’argomento e la sostanza delle sue Simples coses qu’il convient à oume user, seguendone capitolo per capitolo la seconda parte incentrata sulle diètes particulières.
L’ultima parte del libro, Phisanomie, è, come informa il titolo, un breve trattato di fisiognomica, scienza molto in voga presso i medici del Medioevo. Questa appendice al Régime du corps, tranne per il capitolo introduttivo, che sembrerebbe del tutto originale, è interamente tradotta, parola per parola, del trattato di Rhazes, ad Almansorem.
Secondo la medicina medievale, com’è noto, la salute e la malattia dipendono interamente dall’equilibrio o dall’alterazione dei quattro umori fondamentali che costituiscono la nostra complessione: caldo, freddo, secco, umido. Stando alle cure accennate nel Régime du corps, si può dire che il trattato di Aldobrandino non è annoverabile fra i thesauri pauperum dal momento che, sebbene la maggior parte delle ricette medicinali prevedano soprattutto l’utilizzo di ingredienti semplici, non mancano in esse ingredienti esotici, e talora anche rari e preziosi come per esempio le perle (cfr. Baldini 1998, 23).
Autore
Aldobrandino da Siena
Manoscritti
La ricca tradizione dell’opera è costituita da circa 75 testimoni, ma su soli 4 manoscritti si fonda l’edizione di riferimento di Landouzy – Pépin 1911:
Paris, Bibliothèque nationale de France, fr. 2021 (siglato A);
Paris, Bibliothèque nationale de France, fr. 14822 (B);
Paris, Bibliothèque de l’Arsenal, 2510 (C);
Paris, Bibliothèque nationale de France, fr. 12323 (D)].
Per il regesto dei manoscritti del Régime du corps, consulta la scheda di Arlima.
Paris, Bibliothèque de l’Arsenal, 2511
Fortuna
Pur essendo al suo apparire destinato ad una sola persona, la contessa Beatrice di Provenza, e ad una ristretta cerchia di personaggi altolocati, il Régime du corps divenne in seguito molto popolare e diffuso. La ricca tradizione dell’opera è costituita da circa 75 testimoni, ma su soli 4 manoscritti si fonda l’edizione di riferimento di Landouzy – Pépin 1911 (cfr. Manoscritti).
In Italia il Régime du corps ebbe larga eco, come testimoniano i 50 manoscritti contenenti i due volgarizzamenti in lingua fiorentina, quello ad opera del medico-notaio fiorentino Zucchero Bencivenni, composto nel maggio del 1310, che va sotto il nome di Sanità del corpo (per cui si rinvia a Baldini 1998) ed un secondo volgarizzamento anonimo.
Si ha anche notizia di un volgarizzamento in ottava rima dell’ultima parte del Régime du corps, dovuto a Battista Saracino di Macerata (si veda Marti 1960).
Oltre alle traduzioni italiane di questo testo, esistono almeno due manoscritti che ne propongono una versione latina, chiaramente prodotta dall’originale francese. Si veda in merito Bisson 2002.
Lingua
Scrivendo in francese, Aldobrandino lascia trasparire solo di rado le sue origini italiane. A livello lessicale, Antoine Thomas, nella prefazione all’edizione del Régime du corps di Landouzy e Pépin, rileva pochi italianismi, come canamiel “canna da zucchero” e segine “sorgo”. Fedele trasposizione della locuzione italiana avvegna ché è poi l’espressione frequente nel testo aviegne que.
Bibliografia
Edizioni
Landouzy, Louis – Pépin, Roger
1911 Le Régime du corps de maître Aldebrandin de Sienne. Texte français du XIIIe siècle, publié pour la première fois d’après les manuscrits de la Bibliothèque Nationale et de la Bibliothèque de l’Arsenal par Louis Landouzy e Rogier Pépin, Paris, Champion, 1911 (rist. anast. Genève, Slatkine, 1978).
Studi
Baldini, Rossella
1998 Zucchero Bencivenni, «La santà del corpo», Volgarizzamento del «Régime du corps» di Aldobrandino da Siena (a. 1310) nella copia coeva di Lapo di Neri Corsini (Laur. Pl. LXXIII 47), «Studi di Lessicografia Italiana», 15 (1998), 21-300.
Bartoli, Adolfo
1863 I viaggi di Marco Polo secondo la lezione del codice magliabechiano più antico reintegrati col testo francese a stampa, Firenze, 1863, LIX-LXVI.
1880a I primi due secoli della letteratura italiana, Milano, 1880, 194.
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1989 Le Régime du corps d’Aldebrandin de Sienne: note sur une version française récrite, «Romania», 110 (1989), 253-264.
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1999 Le Régime du corps d’Aldebrandin de Sienne: complément à la tradition manuscrite, «Romania», 117 (1999), 51-77.
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Crediti
Scheda a cura di Serena Modena.
Ultimo aggiornamento: 26 aprile 2013.