“Tituli” delle Età dell’Uomo di Palazzo Trinci a Foligno
- Titles
- Tituli delle Età dell’Uomo.
- Dating
- 1406-1407.
- Form of the text
- Sette domande accompagnate ciascuna dalla relativa risposta in rima baciata. Segue sempre inoltre il numero degli anni.
- Language
- Francese antico con leggeri influssi piccardi.
- Topic
- Didascalie a carattere pedagogico e mnemotecnico.
- Type of text
- Lacerto pittorico.
Contenuto
Il complesso ciclo di affreschi di Palazzo Trinci a Foligno, eseguiti al tempo di Ugolino III, signore della città dal 1386 al 1415, con il chiaro intento di celebrare le origini e i fasti della propria potente famiglia, è scandito da iscrizioni in latino, in volgare e, cosa particolarmente notevole in questo luogo e tempo, in francese.
Nel corridoio che collegava il palazzo al transetto sinistro della cattedrale, probabilmente tra il 1406 e il 1407, Giovanni di Corraduccio affrontò il tema iconografico del trascorrere del tempo e delle sette età dell’uomo in un ciclo di affreschi a monocromo, poi sostituito da una seconda decorazione tipica del gusto umanistico, quella degli Uomini Illustri. Il soggetto delle Età dell’Uomo, inserito all’interno di una decorazione floreale forse allusiva al giardino della vita, venne però immediatamente ripreso con tecnica policroma anche sulla parete opposta (parete sud) a quella dell’affresco coperto, mantenendo le ampie didascalie, poste su dei filatteri, che accompagnano e/o descrivono ciascuna delle sette età sulla base di una formula di domanda e risposta, che sembra suggerire un’origine in ambito didattico o mnemotecnico, in un perfetto francese a leggera patina piccarda (si veda ad esempio la forma jovensiaus).
Ciascuna Età (Infanzia, Adolescenza, Giovinezza, Virilità, Maturità, Vecchiaia, Decrepitezza) è personificata da un uomo: il primo gioca, il secondo scocca una freccia, il terzo cavalca e sorregge un falcone, il quarto tiene in una mano un mazzo di fiori e nell’altra dei guanti, il quinto legge un libro, il sesto cammina con l’aiuto di una stampella e il settimo è seduto e contempla il cielo. Questo soggetto iconografico si ritrova identico, ma senza l’aggiunta dei filatteri con le iscrizioni, nelle miniature dipinte in un salterio illustrante il Salmo 89 da un artista catalano all’inizio del XIV secolo.
Per quanto riguarda invece le didascalie in francese, sebbene non sia ancora possibile individuare la fonte diretta alla quale si ispirano, sembra certo che debba essersi trattato di una fonte scritta, probabilmente di un codice francese miniato, «che non sarebbe forse troppo inverosimile immaginare proveniente dalla vicina Napoli angioina» (Meneghetti 2002, p. 478).
Bibliografia
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2015 Storie al muro. Temi e personaggi della letteratura profana nell’arte medievale, Torino, Einaudi, 2015, pp. 194-195 (manca la didascalia dedicata alla Maturità che è andata «completamente perduta»).
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Crediti
Scheda a cura di Serena Modena.
Ultimo aggiornamento: 28 novembre 2015.