RIALFrI - Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana# ISSN 2282-6920

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

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Statuti dell’Ordine della Nave

Titoli
Statuti dell’Ordine della Nave
Datazione
1381.
Incipit
Le Pere et le Fils et le Saint Esperit, un Dieu en trois personnes, adorons et tenons fermement sans doubtance, mes simplement ainssi le creons.
Explicit
Les quiex rois, contes, et chevaliers pristrent l’ordre et jurerent ainssi comme dient les chapistres de l’ordre, en la [cha]pelle grant du Chastel Neuf, le jour premier du moys de decembre, l’an de grace mil .ccc. lxxxi, de la Ve indicion, en la presence de mout de gentilz hommes, et de grant peuple.
Forma del testo
Prosa.
Lingua
Francese di Napoli.
Argomento
Statuti dell’Ordine cavalleresco della Nave, fondato dal re Carlo III di Durazzo, successore della regina Giovanna I sul trono di Napoli.
Tipologia di testo
Statuti ideati da Carlo III e rivolti ai membri dell’aristocrazia napoletana dell’Ordine della Nave con il preciso intento ideologico di legittimare il proprio potere a discapito delle pretese al trono di Luigi d’Angiò.

Contenuto

Il 1° dicembre 1381, nel corso dei festeggiamenti per la sua incoronazione a re di Gerusalemme, di Sicilia e di Napoli, avvenuta pochi giorni prima (25 novembre), Carlo III di Durazzo proclamò la fondazione a Napoli di un nuovo ordine cavalleresco, l’Ordine della Nave.

Circa trent’anni dopo l’istituzione napoletana dell’Ordine dello Santo Spirito del diritto desiderio o del Nodo da parte del sovrano Luigi di Taranto, anche Carlo di Durazzo istituisce un proprio ordine di cavalleria finalizzato al medesimo progetto propagandistico di autolegittimazione e di rafforzamento del rapporto di fedeltà della nobiltà partenopea alla Corona.

Gli statuti dell’Ordine della Nave emanati dal sovrano in questa occasione appaiono infatti «come l’espressione di un’esplicita volontà di ricollegare la Casa napoletana alle sue radici francesi, di sostenere la legittimazione della dinastia durazzesca in quanto propaggine di quelle, di riaffermare l’autorità sulle terre d’Oltremare e persino, tra le disposizioni contenute in un capitolo (il XLVII) dello statuto, di rivendicare i diritti dei Durazzo sui possediemnti francesi degli Angiò» (Vitale 2007: 283).

Sebbene non possa esserci stata alcuna intenzione da parte di Carlo III di Durazzo di far rivivere l’Ordine del Nodo inscindibilmente legato a Luigi di Taranto, che fu rivale e assassino di suo padre, è tuttavia evidente dal contenuto degli statuti del suo nuovo ordine che essi furono modellati, benché solo in parte, su quelli del predecessore. Altro modello dal quale Carlo trasse ispirazione per la sua nuova società fu l’Ordine ungherese di san Giorgio, al quale il neo-coronato ebbe quasi sicuramente accesso dal 1381 (cfr. Boulton 1985: 189-190).

Gli statuti dell’Ordine della Nave ci sono giunti in due manoscritti, entrambi coevi all’istituzione dell’ordine: il manoscritto L III 29 della Biblioteca Nazionale e Universitaria Torino, parzialmente sopravvissuto all’incendio che colpì la biblioteca nel 1904, e del quale ci resta una trascrizione di Silvio Pivano pubblicata nel 1905 come appendice ai suoi Lineamenti storici e giuridici della cavalleria medievale, e il manoscritto French 83, conservato alla Van Pelt Library dell’Università della Pennsylvania di Philadelphia.

L’Ordine della Nave, dedicato alla Trinità ed alla Vergine, ma impropriamente collegato dalla storiografia erudita del passato a San Nicola vescovo di Mira e al mito degli Argonauti, ebbe vita breve: si dissolse infatti già alla morte del suo fondatore nel 1386.

Quanto alla scelta del francese come lingua di stesura degli statuti dell’Ordine della Nave (un francese peraltro corretto, nel quale l’editore ha potuto rintracciare il solo italianismo prologo nel ms. French 83; cfr. Boulton 1985: 219 nota 1), se l’influenza linguistica del modello fornito da Luigi di Taranto non è certamente trascurabile, più decisiva pare essere comunque la volontà da parte di Carlo III di legittimare anche con questo strumento la propria ascesa al trono di Napoli, specie tenendo conto della fase di isolamento in cui si trovava al tempo la cultura napoletana rispetto a quella francese della corte d’Angiò.

Bibliografia

Boulton, D’Arcy J.

1985     The Middle French Statutes of the Monarchical Order of the Ship (Naples, 1381). A Critical Edition with Introduction and Notes, in «Medieval Studies», 47:1, 1985, pp. 168-271.

 

Minervini, Laura

2015     Il francese a Napoli (1266-1421). Elementi per una storia linguistica, in Boccaccio e Napoli. Nuovi materiali per la storia culturale di Napoli nel Trecento. Atti del convegno Boccaccio angioino. Per il VII centenario della nascita di Giovanni Boccaccio, Napoli-Salerno, 23-25 ottobre 2013, a cura di Giancarlo Alfano et al., Firenze, Franco Cesati Editore, 2015, pp. 151-174: 168-169.

 

Piovano, Silvio

1905     Lineamenti storici e giuridici della cavalleria medievale. Studio di storia del diritto pubblico che accompagna la pubblicazione del Codice dell’«Ordine della Nave», guasto dall’incendio della Biblioteca Nazionale di Torino, in «Memorie della Reale Accademia delle Scienze di Torino. Scienze Morali», serie II, LV, 1905, pp. 235-336.

 

Sabatini, Francesco

1975    Napoli angioina. Cultura e Società, Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, 1975, p. 133 e ss.

 

Vitale, Giuliana

1999     Araldica e politica. Statuti di Ordini cavallereschi “curiali” nella Napoli aragonese, prefazione di Giovanni Vitolo, Salerno, Carlone, 1999.

 

2007     Monarchia e ordini cavallereschi nel Regno di Napoli in età angioina, in Linguaggi e pratiche cavalleresche. Genova e il Regno di Napoli tra Medioevo ed Età Moderna, a cura di Giovanna Petti Balbo – Giovanni Vitolo, Napoli, Laveglia, 2007, pp. 269-346.

 

Zinelli, Fabio

2012     “je qui li livre escrive de letre en vulgal”: scrivere il francese a Napoli in età angioina, in Boccaccio angioino: materiali per la storia di Napoli nel Trecento, a cura di Giancarlo Alfano, Teresa D’Urso e Alessandra Perriccioli Saggese, Bruxelles, Lang, 2012 («Destini incrociati», 7), pp. 149-173: 151, nota 5.

Crediti

Scheda a cura di Serena Modena.
Ultimo aggiornamento: 27 giugno 2019.

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