Iscrizione in francese della Cattedrale di San Nicola a Famagosta (Cipro)
- Titles
- Iscrizione in francese della Cattedrale di San Nicola a Famagosta (Cipro)
- Dating
- 1311.
- Form of the text
- Prosa.
- Language
- Francese d’Oltremare.
- Type of text
- Iscrizione posta sul terzo contrafforte della parete sud della cattedrale, che documenta lo stato dei lavori di costruzione dell’edificio nell’anno 1311, ovvero all’epoca in cui i lavori erano diretti dal vescovo Baudouin Lambert, membro probabilmente di una famiglia borghese di Nicosia.
Contenuto
La Cattedrale di San Nicola a Famagosta nell’isola di Cipro fu costruita per volontà di Enrico II Lusignano tra il 1298 e il 1328. Enrico II regnò sull’isola fino alla morte nel 1324, e benché fosse stato spodestato dal fratello Almarico II, principe di Tiro, che lo esiliò in Armenia, in seguito alla morte dell’usurpatore nel 1310, egli poté riprendere le redini del potere e inaugurare, dopo sei anni di discordie intestine, un periodo di relativa stabilità che fu all’insegna di una forte ripresa economica.
Nelle intenzioni di Enrico II Lusignano vi era l’ambizioso progetto di fare di Famagosta la nuova San Giovanni d’Acri, la capitale del Regno di Gerusalemme, che egli aveva perduto sotto l’assedio della città da parte del sultano dei Mamelucchi d’Egitto nel 1291. Il re di Cipro, infatti, al momento della caduta di Acri era titolare anche della corona del regno di Gerusalemme, che aveva ricevuto il 15 agosto del 1286 nella cattedrale di Tiro dall’arcivescovo Bonaccorso di Gloria, che fungeva da vicario del patriarca di Gerusalemme.
La privilegiata posizione della città portuale di Famagosta, affacciata sulle coste siriane, favorì il passaggio di eredità del commercio di San Giovanni d’Acri con un afflusso massiccio della sua popolazione, di rifugiati e di mercanti, che le garantì una prodigiosa prosperità e la fece assurgere a porto internazionale fra i principali poli marittimi del traffico commerciale nel Mediterraneo orientale.
Nel vasto progetto di ampliamento e di ristrutturazione della città di Enrico II Lusignano la cattedrale di San Nicola di Famagosta, ispirata al modello della cattedrale gotica francese di Reims, fu dunque destinata ad accogliere l’incoronazione dei re di Cipro come re di Gerusalemme, che aveva avuto luogo fino ad allora a Tiro; fu proprio in questa nuova cattedrale che si celebrò l’incoronazione di Ugo IV, il nipote di Enrico II che gli succedette alla morte, nel 1324.
Nell’ultimo decennio del XIII secolo Enrico II Lusignano aprì naturalmente la città anche all’insediamento degli Ordini mendicanti dei Francescani e dei Domenicani, quindi dei Carmelitani dal 1311, in fuga anch’essi dall’ormai perduta Acri. Davanti alla cattedrale pare che Enrico II avesse innalzato un palazzo regio cittadino (hospitium), di cui non si conservano più tracce, e in concomitanza anche un convento per l’ordine dei Francescani, che godeva della sua particolare stima. La parte nord della città, nuovamente costituita, fu riservata invece all’ordine dei Domenicani e a quello dei Carmelitani, e poco dopo fu la volta delle religiose benedettine di Sant’Anna di Gerusalemme. Il convento dei Domenicani sorgeva molto verosimilmente vicino al castello riedificato nel corso dello stesso regno. Sebbene non rimanga alcun elemento chiaramente identificabile del convento dei Domenicani, una mappa di Famagosta del 1571 conferma questa posizione, situando la chiesa di San Domenico in fondo a una grande piazza che la separa dal castello (cfr. Soulard 2012).
La costruzione della cattedrale di San Nicola di Famagosta ebbe inizio nel 1298 sotto la supervisione del vescovo Guy, anche se i lavori di progettazione dell’edificio dovettero risalire ai suoi predecessori, e si possono collocare verosimilmente già all’indomani del disastro di Acri. Thierry Soulard (2011) spiega che il 7 luglio 1298, pochi giorni dopo il suo insediamento (22 giugno), Guy ottenne da papa Bonifacio VIII l’autorizzazione a contrattare con i banchieri italiani la somma di 1200 fiorini d’oro per finanziare l’avvio dei lavori. La costruzione della cattedrale proseguì (non certo senza intoppi e lamentale all’autorità pontificia a causa dell’enorme pressione fiscale imposta) fino al 1308, anno in cui il vescovo fu spodestato dall’usurpatore Almerico. La carica vescovile di Famagosta passò allora a Antoine de Saurano, il quale, nell’unico anno in cui occupò il seggio vescovile prima di morire, si appropriò indebitamente di parte del denaro che Guy aveva depositato presso alcuni mercanti italiani per finanziare il cantiere. A favorire la ripresa dei lavori fu nel 1311 il nuovo vescovo Baudouin Lambert – membro, forse, di una famiglia borghese di Nicosia (cfr. Enlart 1899, I, p. 270) – come attesta un’iscrizione in antico francese realizzata sul terzo contrafforte della parete sud dell’edificio, che è sfuggita alla distruzione iconoclasta di Lala Mustafa Pascià, il Gran Visir dell’impero ottomano, che servì Murat III e guidò le forze turche contro i Veneziani a Cipro ponendo sotto assedio Famagosta fino all’agosto del 1571. Tale iscrizione informa infatti che il 4 agosto del 1311 fu sbloccata e spesa la somma di denaro dell’eredità del vescovo Guy che era stata affidata a dei mercanti e in parte dissipata dal vescovo Antoine, e che il primo settembre dello stesso anno il vescovo Baudouin Lambert ricominciò i lavori di costruzione dell’edificio. In merito alle righe finali dell’iscrizione, il cui senso è all’apparenza più oscuro, Soulard precisa che si possono chiarire tenendo in considerazione proprio l’ubicazione che è stata riservata all’iscrizione. La scritta in questione si configura infatti come un preciso spartiacque che ha il compito di segnalare il risultato architettonico prodotto nella prima campagna di costruzione condotta dal vescovo Guy, in cui erano state coperte le sei volte delle tre campate occidentali, e quello successivamente ottenuto da Baudoiun, che, riprendendo i lavori dopo l’interruzione del 1308-1310, coprì la parte orientale delle navate laterali (quattro campate e gli absidi laterali, ovvero le dieci volte di cui parla l’iscrizione) ed alzò i muri della navata centrale corrispondenti e tutte le volte (sette campate e l’abside, cioè otto volte). Lo stile più massiccio e dimesso della parte della cattedrale eretta sotto Baudouin rispetto allo stile più sfarzoso e magnificente della parte costruita all’epoca di Guy può spiegarsi certamente con le difficoltà economiche incontrate nel prosieguo dei lavori, ma non è da escludere che sia dipeso anche dell’influenza esercitata dell’austerità estetica degli ordini mendicanti che ha lasciato il segno anche in altre costruzioni gotiche di Cipro (cfr. Soulard 2011: 73).
Del testo dell’iscrizione, noto sinora solo in edizione diplomatica (cfr. Camille Enlart 1899, I, p. 278), si fornisce l’edizione interpretativa che segue:
L’an de mil e troi cens et XI | d[e] Crist a IIII jors d’aoust fu | despendue la monée ordonné|e por le labour de l’iglise de Fam|agouste e comensa le labour l’evesque | Bauduin le dit an le pre|mier jor de septembre do|uquel labour VI votes de | deus heles estoient faites e X votes des heles ave VIII vots de
Sul rovescio del contrafforte, l’iscrizione continua:
la nave de| l’iglise e|stoit a fa|ire.
La cattedrale di San Nicola di Famagosta fu rinominata come Moschea di Lala Mustafa Pascià, dal nome del conquistatore.
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Crediti
Scheda a cura di Serena Modena.
Ultimo aggiornamento: 26 maggio 2019.