RIALFrI - Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana# ISSN 2282-6920

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Le doppie battute di dialogo della Fontana di Giovinezza del Castello della Manta.

Titles
Le doppie battute di dialogo della Fontana di Giovinezza del Castello della Manta.
Dating
1416-1426.
Form of the text
Versi.
Language
Francese.

Contenuto

Nella sala baronale del castello della Manta, nei pressi di Saluzzo, la parete opposta (parete sud) a quella in cui si staglia il celebre défilé dei nove Prodi e delle nove Eroine dell’antichità con ampie iscrizioni metriche in francese antico, fu fatta affrescare da Valerano di Saluzzo detto il Burdo, fra il 1416 e il 1424-26, con il tema iconografico della Fontana di Giovinezza, in cui si immergono personaggi vecchi e grotteschi per uscirne miracolosamente ringiovaniti e rinvigoriti; un tema iconografico che proviene, come ha mostrato Maria Luisa Meneghetti (1989), dall’episodio del prototrecentesco Roman de Fauvel in cui si narra dell’omonimo protagonista che, recandosi insieme alla moglie ed al loro corteggio ad una fontana magica, riacquista la bellezza e il vigore necessari per governare il mondo. Da una parte e dall’altra della Fontana di Giovinezza della Manta è possibile leggere un vivace scambio dialogico dal sapore squisitamente fumettistico fra due personaggi – una serva ed il suo padrone – che si esprimono da vecchi in provenzale e una volta ringiovaniti in francese, ovvero nelle due lingue all’epoca ancora dominanti nel marchesato di Saluzzo prima che si imponesse il volgare piemontese.

Lingua

Il testo dei primi due distici è linguisticamente mescidato: alcuni tratti sono francesi (il pronome personale je, la forma dunray con caduta della controfinale, la monottongazione iniziale di oregla, la dittongazione spontanea di e tonica aperta in bien), altri sembrano connotati in senso provenzale (goria, botegla, bocha, lo stesso oregla per la terminazione). Una forma come arrosea ‘innaffiata’, participio che in provenzale uscirebbe in –ada, potrebbe ricondurre a analoghe forme presenti nei volgari italosettentrionali.

La lingua dei due distici successivi è invece un francese nel quale si può invece riconoscere un tratto savoiardo (la forma mius per mieus / mieux), mentre le desinenze della prima persona plurale dell’imperfetto congiuntivo e del condizionale in –iens rinviano al Nord-Est della Francia.

Bibliografia

Meneghetti, Maria Luisa

1989    Il manoscritto Francese 146 della Bibliothèque Nationale di Parigi, Tommaso di Saluzzo e gli affreschi della Manta, in «Romania», 110 (1989), pp. 511-535, pp. 406-407; ristampato in La sala baronale del Castello della Manta, a cura di Giovanni Romano, Milano, Olivetti, 1992, pp. 61-72, e Ead., Storie al muro. Temi e personaggi della letteratura profana nell’arte medievale, Torino, Einaudi, 2015, pp. 217-222.

2015 Storie al muro. Teni e personaggi della letteratura profana nell’arte medievale, Torino, Einaudi, 2015.

 

Piccat, Marco

1992    Le scritte in volgare della fontana di giovinezza, dei Prodi e delle Eroine, in Le arti alla Manta: il castello e l’antica parrocchiale, a cura di G. Carità, Galatea, Torino, 1992, pp. 175-207.

Crediti

Scheda a cura di Serena Modena.
Pubblicazionedella scheda: 18 dicembre 2015. Contributi di Francesca Gambino

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