RIALFrI - Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana# ISSN 2282-6920

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Motti delle figlie di Niccolò III d’Este, marchese di Ferrara.

Titles
Motti di Isotta, Beatrice e Bianca Maria d’Este, figlie di Niccolò III d’Este, marchese di Ferrara.
Dating
1444-1448.
Language
Francese antico.
Type of text
Motti francesi su maniche e vestiti delle principesse estensi.

Contenuto

Presso la corte di Ferrara del marchese Niccolò III d’Este, dove i romanzi francesi d’Oltralpe erano la lettura più consueta e venivano trascritti con grande fervore, dove perfino i figli del marchese portavano i nomi degli eroi di quella letteratura, come Meliaduse, Isotta, Ginevra, e dove Borso d’Este, il figlio naturale di Niccolò III, fece allestire nel 1434 una lussuosa edizione della Bibbia in lingua francese, si era sviluppata anche la moda di ricamare sugli abiti delle principesse alcuni motti in francese.

Come attesta un registro estense intitolato Libro di amministrazione di Leonello, nel 1444 Isotta d’Este aveva fatto ricamare sulla manica sinistra di un suo vestito il motto: Loiaumeut . voil . finir . ma . vie. Due anni dopo, il medesimo motto era stato ripetuto sulle maniche di cinque vestiti delle sue damigelle: Margherita, Bianca, Isabella, Diamante, Stella. Esecutore del ricamo ne era stato Agostino detto Frambaja, il principale ricamatore – insieme a un certo Giusto – della corte estense: «letre zentozinquanta fate tute de horo fino filato con li caprioli che sparzeno per tuta la maniga e uno moto che dice: Loiaumant . vuoil . finir . ma . vie che sono letre 24 e ponti sie… suxo zinque manege de zinque vestidi roxadi zoè una maniga recamata per vestido de zinque donzele de la Illu. M.a Ixota» (Conto de debituri et credituri, 1446, c. 120r).

Anche Beatrice, sorella d’Isotta, aveva il suo motto francese ricamato nelle due maniche di un suo vestito: Ansi . doit . il». In un documento del 4 febbraio 1446 si legge infatti: «Agostino dito Frambaja e 4 cumpagni rechamaduri dè avere per sua fatura e spexe de avere recamato letere vintioto fate de moschete de arzento de horevexe perfilate de horo filato atorno con li cavrioli de horo e seda molto grandi che jnpiano tuto el campo de le manege fate suxo due manege fate a gumbedo pizole de uno vestito de pano verde bruno de la Illu. M.a Biatrexe sorela de lo S. de le quale letre se computa punti oto che divideno le parole de lo infrascripto moto zo è Ansi . doit . il» (Conto de creditori et debitori de l’officio de Galeotto de l’Assassino, 1446, c. 115).

Allo stesso modo, Bianca Maria in un vestito di panno rosato fece ricamare «de horo fino con sede onbrate» le parole Nul. Bien. sans. paine (Debitori et creditori, 1448, c. 77r).

Motti francesi abbellivano infine anche le vesti delle ancelle della marchesana, Maria d’Aragona: Violante aveva scelto il motto O mors . o mersi, e Agata e Catarinetta preferivano Avoir . ne . quier (Debitori et creditori, 1448, c. 77r).

Bibliografia

Bertoni, Giulio

1917    Motti francesi su maniche e vestiti di principesse estensi nel Quattrocento, in Id., Poesie, leggende e costumanze del Medio Evo, Modena, Orlandini, 1917, pp. 243-250.

1918-1919      Lettori di romanzi francesi nel Quattrocento alla corte estense, in «Romania», 45, 1918-1919, pp. 117-122; poi in Id., Studi su vecchie e nuove poesie e prose d’amore e di romanzi, Modena, Orlandini, 1921, pp. 253-261.

Crediti

Scheda a cura di Serena Modena.
Ultimo aggiornamento: 11 giugno 2015.

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