Repertorio
Definire il corpus di testi della letteratura franco-italiana è questione molto complessa. Uno dei risultati più originali di questa banca dati dopo alcuni anni di lavoro consiste probabilmente proprio nella definizione di un nuovo corpus.
Per superare l’iniziale situazione di stallo (di fatto manca un inventario condiviso sul quale fare affidamento), siamo dunque partiti dagli studi di chi ci ha preceduto e in particolare dal catalogo di sessantacinque testi fissato da Günter Holtus nel 1998, che inizialmente si configurava nelle intenzioni del compilatore come una mera lista bibliografica dei testi serviti allo studio del vocabolario dell’Entrée d’Espagne, ma che ha poi dimostrato i suoi limiti nel momento in cui negli studi successivi esso è assurto al ruolo di vero e proprio corpus della letteratura franco-italiana. Il catalogo di Holtus comprende, infatti, rimaneggiamenti o creazioni originali di autori del Nord Italia, ma anche testi dialettali italiani.
Esclusioni
Questa lista è stata revisionata per la prima volta da Luca Morlino (2009), che dal nucleo di testi creato da Holtus ha espunto le opere inserite indebitamente: la canzone En rima greuf a far dir e stravolger del trevigiano Auliver; la lirica Eu ò la plu fina druderia; il frammento ambrosiano del Garin le Loherain, privo di interferenze linguistiche italiane; il glossario francese-veneto accluso alla copia del Régime du corps di Aldobrandino da Siena trasmessa dal manoscritto 2511 della Bibliothèque de l’Arsenal di Parigi; i Sermoni subalpini; la Vita di Santa Maria Egiziaca, che è la versione di un testo francese in volgare italiano-settentrionale.
Altri testi considerati in passato franco-italiani si limitano in realtà a “gravitare” intorno al corpus della letteratura franco-italiana, nel senso che “si tratta di testi veneti che presentano forti influenze francesi nel lessico e nella morfologia dovute alla tradizione dell’opera o a una rozza imitazione, non all’uso alternato dei due codici” (Renzi 1976, p. 575): il Rainaldo e Lesengrino nella redazione padovana di Oxford e in quella trevisana di Udine; l’Ugo d’Alvernia di Padova e di Torino; il Bovo laurenziano. Questi testi, che appartengono alla letteratura italiana, sono comunque interessanti, perché contribuiscono ad illuminare vari aspetti delle opere ritenute più propriamente franco-italiane.
Nuovi titoli
Altri titoli sono stati integrati nel corpus della letteratura franco-italiana. Le nuove acquisizioni sono state ricavate da un lato partendo dal corpus che lo stesso Holtus, insieme a Peter Wunderli, ha redatto per la sola poesia epica franco-italiana nel 2005 per il Grundriss des romanischen Literaturen des Mittelalters (il Roman d’Alexandre e l’Histoire d’Atile en Ytaire, il Roman de Landomata, il Roman de Troie), dall’altro facendo tesoro dei risultati degli studi più recenti. Sono stati così recuperati gli Amaestramens di Aristotele a Alessandro, il volgarizzamento della Consolatio philosophiae di Bonaventura da Demena, il volgarizzamento dei Disticha Catonis di Macé de Troyes, e i Dits des sages, tutti trasmessi dallo stesso codice, il parigino français 821 della Bibliothèque Nationale de France, dove si trova anche il già citato Roman de Landomata.
Tra le aggiunte spiccano i cosiddetti Six contes, ovvero la versione francese parziale dei Conti di antichi cavalieri edita da Bertoni nel 1912; il Livre de l’eschiele Mahomet, versione francese del Kitāb al-Mi’rāģ arabo-andaluso realizzata da Bonaventura da Siena a partire da una precedente versione castigliana perduta (Libro del subimiento), e altre testimonianze più brevi quali l’epitaffio di Martinello da Rainone iscritto su una lapide della Basilica dei Santi Felice e Fortunato a Vicenza e un breve frammento misconosciuto del Roman de Troie, tutti testi segnalati dalla tesi di dottorato di Luca Morlino del 2009.
In seguito le novità sono diventate davvero molte. Nel corpus abbiamo, ad esempio, inserito anche le canzoni francesi del manoscritto Strozzi – Magliabecchiano VII (1040) della Biblioteca Nazionale di Firenze, e in futuro valuteremo l’inclusione del Dialogue du pere et fils del manoscritto Paris, Bibliothèque Nationale de France, français 726, delle copie di origine italiana del volgarizzamento francese del De regimine principum di Egidio Romano, della versione franco-italiana del Barlaam et Josephat conservata nel manoscritto di Paris, Bibliothèque Nationale de France, français 187, e altri testi segnalati da fonti diverse la cui pertinenza rispetto al corpus andrà verificata caso per caso.
Francese d’Italia
La prospettiva alla quale tendere è dunque quanto più ampia possibile e tiene conto di tutte le regioni italiane interessate dalla diffusione del francese, tanto che si rivela ormai più opportuno parlare di “francese d’Italia” (l’acronimo RIALFrI non andrebbe, dunque, inteso solo come Repertorio informatizzato dell’antica letteratura franco-italiana, ma come Repertorio informatizzato dell’antica letteratura francese d’Italia, visto che il termine franco-italiano ha per tradizione critica un’accezione più ristretta, benché il titolo del progetto resti lo stesso). Da un punto di vista linguistico e culturale ogni testo francese realizzato in Italia può servire, infatti, a illuminare gli altri. Accanto all’area padana vanno, dunque, considerate anche l’area piemontese, caratterizzata dalla prevalenza del vero e proprio francese, area alla quale si devono opere importanti come la Battaglia di Gamenario e lo Chevalier errant di Tommaso di Saluzzo; quella tosco-ligure e, in particolare, pisana, centro attivo di ricezione e irradiazione della narrativa francese di materia arturiana; e, infine, in secondo piano, quella napoletana, in cui il francese si alterna al latino come lingua della cancelleria angioina senza tuttavia confrontarsi con il volgare locale.
Altre tipologie
Esiste poi un’altra tipologia di testi (Morlino 2009) che comprende gli intarsi o farciture francesi in testi latini italiani e poi italiani, e le composizioni plurilingui in cui è presente anche il francese: le due battute contenute nella Cronica Domini Ecelini de Romano di Gerardo Maurisio, i frammenti sparsi qua e là nella Cronica di Salimbene de Adam, i brani in francese del Dittamondo di Fazio degli Uberti, i versi del poemetto in terzine su Francesco Novello da Carrara e la riconquista di Padova, il discordo Aï faux ris attribuito a Dante, i ternari di Matteo Correggiaio, il sonetto Se ’l tuo novo sonetto ben intendo di Francesco di Vannozzo, gli esercizi bi- e trilingui riportati nei trattati metrici di Antonio da Tempo e Gidino da Sommacampagna, e forse il pastiche franco-latino della Historia troiana trasmessa dal ms. Vaticano Barberiniano latino 3953, che potrebbe tuttavia essere il prodotto di una o più interpolazioni.
Nel momento in cui ci si volesse focalizzare solo sulla letteratura franco-italiana o franco-veneta propriamente detta, il mezzo informatico consente di farlo, selezionando solo le opere che interessano.
Organizzazione
Le opere di uno stesso autore sono state considerate separatamente (ad esempio il Moamin e il Ghaatrif di Daniele Deloc), come le diverse versioni di una stessa opera (ad esempio della Chanson de Roland, V4 e V7). Viceversa la Geste Francor è stata ritenuta un’opera unitaria, anche se per comodità è stata conservata la suddivisione in parti con l’ausilio dei sottotitoli.
A una prima elementare ripartizione dei testi sulla base della loro forma (prosa / versi), si è aggiunta la tradizionale tripartizione di Gaston Paris del 1865 (copie di testi francesi eseguite in Italia, rifacimenti e rimaneggiamenti da parte di autori italiani di opere francesi, opere originali scritte da autori italiani in francese), consapevoli del fatto che da sola questa organizzazione della materia non sempre è funzionale. In realtà nessun sistema da solo è esente da critiche, ma più sistemi possono, ancora una volta sfruttando le potenzialità del mezzo informatico, essere complementari. Un criterio molto significativo, che riflette una divisione sociale e letteraria, deve essere naturalmente la lingua (opere scritte in francese / opere in franco-lombardo, per riprendere la dicotomia di Renzi 1976), ma questo criterio sarà operativamente applicabile solo dopo aver studiato in modo approfondito tutti i testi anche da un punto di vista linguistico.
Crediti
Pagine a cura di Francesca Gambino. Ultimo aggiornamento: 9 settembre 2022
Traduzioni di Leslie Zarker Morgan