RIALFrI - Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana# ISSN 2282-6920

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Venezia, Biblioteca del museo Correr, Correr 1493

Contiene il Roman d’Alexandre franco-italiano.

Descrizione materiale

Segnatura: Correr 1493.
Origine:  Bologna.
Data: intorno al 1285.
Supporto:  Pergamena.
Numero di carte: 109
Formato: 30 cm. per 20 cm.
Fascicolazione: Quaterni, ad eccezione dell’ultimo fascicolo, un terno cui manca l’ultima carta.Nel margine inferiore del verso dell’ultima carta di ogni fascicolo c’è il richiamo al fascicolo successivo, racchiuso in un fregio e centrato (cfr. c. 8v, ecc.).
Foratura: Riconoscibili i fori di guida e la rigatura a piombo per l’impaginazione del testo.
Rigatura: A piombo.
Mise en page: 50 righe su specchio di scrittura di 220 mm. per 110.
Scrittura: Littera textualis di modulo ampio, caratterizzata da elementi grafici italiani (Benedetti 1998, p. 32). Poche abbreviature. Frequente invece il segno di origine tironiana per con/com, analogamente a quanto accade nella littera bononiensis dei testi giuridici.
Mani: Una sola mano.
Foliazione: Numerazione moderna a matita fino a c. 108r. Parte dei fascicoli conserva l’originale numerazione delle carte. L’angolo inferiore destro del verso delle prime tre carte è stato numerato con lettere progressive dell’alfabeto, e con le stesse lettere l’angolo inferiore sinistro del recto della seconda, terza e quarta carta.
Decorazione: Una colonna di 7 mm. ospita la capitale iniziale di ogni verso.L’inizio di ogni lassa è marcato da letterine a pennello di alterno colore (rosse su filigrana azzurra e azzurre su filigrana rossa). Le filigrane affiancano sulla sinistra parte della colonna.A c. 1r il testo inizia con una C capitale figurata, inscritta in un riquadro a fondo azzurro di 28 per 30 mm., con al suo interno l’immagine a mezza figura di Alessandro. Un fregio con drôleries corre lungo il bordo interno e inferiore della pagina (fogliame, un ibrido, due uccellini, un centauro), secondo la maniera bolognese. Sul margine destro ci sono le prime due illustrazioni, ora in parte sbiadite, sulla nascita dell’eroe.

In tutto 139 miniature laterali ornano il codice. Nel 68% dei casi il soggetto è Alessandro.

Alcune miniature presentano schizzi di promemoria iconografica (cc. 8r, 9r, 10r, 11r, 24r, 37v, 38r, 65v, 71v, 84v, 88r, 103r). Altre miniature hanno sintetiche note per il miniatore: cavaierà (c. 4r), disnar (c. 5r), cavalca (c. 6r), travalche (c. 7r, it. a. travaca ‘tenda da guerra’), denti de can (c. 64v), Alexandr (c. 71v), ture de Babilonie (c. 79r), Babilonie (cc. 81v, 83v).

Le miniature sono inoltre accompagnate da una rubrica esplicativa in inchiostro rosso, introdotta del de narrativo (tranne la prima).

Legatura: Moderna del XVIII sec.

 

Altre informazioni: Bianche le cc. 108v, 109r. Lo scriba segnala con un punto sia la fine del verso che quella del primo emistichio. Un punto è posto spesso anche dopo le interiezioni esclamative.Sul verso dell’ultima carta è trascritto un componimento su due colonne. Sotto la seconda colonna c’è una nota erasa e illeggibile. Si tratta di un carme bucolico in distici elegiaci, in cui si assiste a un alterco tra il libro, che prende la parola, e l’autore. L’autore dell’Allocutio è stato identificato da Benedetti 1998, p. 47 con Castellano da Bassano.A c. 99r accanto a un verso in lode dell’eroe («E cele bele boche dont ainc ne issi fals ris» v. 9806) compare un postilla marginale, «Nota pulcerrimum verbum», preceduta da una forca.
Antiche segnature: B.5.8; VI, 665

 

Possessori: Bernardo Trevisan (1652-1720), Francesco Trevisan (1658-1732), Jacopo Soronzo, Marino Zorzi, Teodoro Correr (1750-1830).

 

Notizie storiche: La prima menzione del codice si trova nell’inventario di beni redatto alla morte di Francesco Trevisan (1658-1732), vescovo di Verona, erede della biblioteca del fratello Bernardo (1652-1720). L’inventario, conservato all’Archivio di stato di Venezia (Archivio proprio B. e F. Trevisan, 1; già Misc. 113), segnala un “libro d’Alessandro magno re” (c. 7r) in provenzale. Quando il codice passò a far parte della biblioteca di Jacopo Soronzo, fu descritto da Francesco Melchiori nel 1744 in modo più corretto (se ne danno l’incipit, l’explicit, lo si definisce “romanzo in versi in lingua francese antica”, ecc., cfr. il ms. Marc. it., cl. X 138, già 6569, c. 9v). Il codice sarebbe poi passato a Marino Zorzi, erede di Soranzo, che l’avrebbe venduto a Teodoro Correr (1750-1830).

 

Contenuto

Il poema, completo, nella prima parte in lasse di decasillabi e per il resto in alessandrini, è una versione anteriore al testo della prima branche di Alexandre de Paris.

La Du 1937 pubblica l’intera edizione dei 10747 versi, suddivisi in 583 lasse, cc. 1r-108r.

Si tratta di un codice che risale alla metà degli anni ottanta del XIII sec., di provenienza probabilmente bolognese: la posizione dei richiami, il tipo di pergamena sottile, gli ampi margini a cornice del testo, il bianco luminoso del lato carne dei fogli, il tipo di fregi laterali, sono infatti tutti elementi che corrispondono alla tipologica dei codici universitari bolognesi.

Il “Maestro del 1285” probabilmente lesse il testo dell’Alexandre mentre lo stava illustrando. È difficile pensare a un libro di modelli per un testo così insolito in uno scriptorium bolognese. Alexandre è un codice legato a un committente danaroso ed è destinato a restare un unicum.

Non mancano le solite interpretazioni medievali della realtà favolosa di cui si parlava. Gli ippopotami che mangiano soldati a c. 43v sono dei grandi pesci e a c. 45 l’allocco del testo è un animale inverosimilmente grande e mostruoso. A c. 55r si vedono due sirene, una nell’atto della copula, e l’altra mentre lascia affogare il malcapitato amante. A c. 73r la regina Candace riconosce Alessandro da un ritratto che ha in mano, e che è atteggiato in modo identico alla figura del giovane re. Da un punto di vista stilistico interessante il cavallo di carta 6r, per la quale non esistevano molti precedenti nelle miniature e che ha come modello qualche opera di Cimabue.

Nel colore il maestro paga un tributo ai miniatori della nuova scuola, con i rossi che accendono alcune miniature.

Bibliografia

Benedetti, Roberto

1998a           Le Roman d’Alexandre, riproduzione del ms. Venezia, Biblioteca Museo Correr, Correr 1493, a cura di Roberto Benedetti, Udine, Roberto Vattori, 1998.

1998b          Codice, allocuzione e volti di un mito, in Le Roman d’Alexandre, riproduzione del ms. Venezia, Biblioteca Museo Correr, Correr 1493, a cura di Roberto Benedetti, Udine, Roberto Vattori, 1998, pp. 31-53.

 

Conti, Alessandro

1998               Il codice Correr del Roman d’Alexandre e il primo stile della ministura bolognese, in Le Roman d’Alexandre, riproduzione del ms. Venezia, Biblioteca Museo Correr, Correr 1493, a cura di Roberto Benedetti, Udine, Roberto Vattori, 1998, pp. 57-67.

 

La Du, Milan S.

1937                            The Medieval French Roman d’Alexadre, vol. I, Text of the Arsenal and Venice Versions, prepared with an introduction and a commentary by Milan S. La Du, Princeton, Princeton University Press, 1937; rist. New York, Kraus Reprint Corporation, 1965 (“Elliott Monographs”, 36).

Crediti

Scheda a cura di Francesca Gambino.
Ultimo aggiornamento: 18 dicembre 2014.

Vai ad inizio pagina keyboard_arrow_up