RIALFrI - Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana# ISSN 2282-6920

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Repertorio Informatizzato Antica Letteratura Franco-Italiana

Compilation arthurienne

Titoli
Compilation, Compilation arthurienne, Roman de roi Artus, Roman de Meliadus, Roman du roi Meliadus, Livre du roi Meliadus
Datazione
1272-1298 (1270-1274 per Bogdanow 1991).
Incipit
Seingneur enperaor et rois, et princes et dux, et quenz et, baronz, civalier et vauvasor et borgiois, et tous le preudome de ce monde que avés talenz de delitier voz en romainz, ci prenés ceste, et le feites lire de chief en chief;
Explicit
Et je endroit moi merci mout li roi Henrinc mon seingneur de ce que loe le mon livre et de ce que li done si grant prix.
Forma del testo
Prosa.
Lingua
Francese.
Argomento
Avventure di Branor, Tristano e Palamides, Galeat (figlio di Lancillotto del Lago), Banis e Erec, Lionel, Perceval il Gallese, Ivain.
Tipologia di testo
Rifacimento dei grandi cicli arturiani della narrativa francese del primo Duecento (soprattutto il Tristan in prosa, il Ciclo di Lancelot-Graal, il Guiron le Courtois, anche se i rapporti con quest'ultima opera sono alquanto complessi). Alcuni episodi (ad esempio quello del Vecchio Cavaliere Branor) farebbero invece pensare a una creazione originale.

Autore

Rustichello da Pisa

Rustichello da Pisa, detto anche Rusticiano e Rustigielo, è noto soprattutto per avere scritto il "Milione" insieme a Marco Polo durante la comune prigionia nel carcere di Genova.

Titolo

Il titolo vulgato Roman de Roi Artu (indicato forse per la pima volta da Fanni Bogdanow) risulta fuorviante, perché è inserito nell’explicit di un codice tardivo e marginale nello stemma, che tra l’altro unisce al testo di Rustichello altri materiali di una propria compilazione arturiana. Lo stesso dicasi per i manoscritti che dànno il titolo Meliadus, che contengono appunto il Roman de Meliadus, prima “branche” del ciclo di Guiron. La soluzione migliore pare dunque quella di E. Løseth, che opta per un titolo “d’ufficio”: Compilation, o meglio Compilation arthurienne, per distinguerla dalla Compilazione guironiana dello Pseudo-Rustichello, di cui Claudio Lagomarsini sta curando un’edizione di prossima pubblicazione. Sulla questione, cfr. Lagomarsini 2012.

Testo

Nel preambolo Rustichello dichiara di aver “treslaités” il suo romanzo da un libro che gli avrebbe dato Edoardo I d’Inghilterra mentre attraversava l’Italia in partenza per la Terra Santa in occasione dell’ottava crociata (1270-1274).

Il testo della parte comune a tutti i manoscritti può dirsi composto da almeno sette segmenti narrativi, qui di seguito analizzati sulla base del fr. 1463: 1) Prologo e Vecchio Cavaliere Branor (1-39 ed. Cigni 1994). 2) Pietrone di Merlino (40-75). 3) Cavaliere dallo Scudo Vermiglio (76-141). 4) Perceval 1 (142-147). 5) Guerra dei re d’Irlanda e di Norgalles (148-157). 6) Perceval 2 (158-162). 7) Vassallaggio di Galeotto e avventure di Abes, Lamorat, Palamides e Sigurades (163-196). Il fr. 1463 aggiunge inoltre 8] Ultime avventure e morte di Tristan (197-236). Questo codice conclude dunque l’episodio di Sigurades con l’epilogo del Tristan in prosa. Di fatto la Compilation rustichelliana non ha una fine vera e propria.

Molte avventure del testo di Rustichello si trovano anche in alcuni manoscritti del Tristan in prosa e non sempre è possibile distinguere le parti originali dalle parti che si rifanno al modello francese. L’episodio di Branor “il Bruno” è stato più volte tradotto in italiano ed è la fonte di un poema mediogreco, conservato in forma frammentaria (307 versi) nel manoscritto greco 1822 della Biblioteca Vaticana (cc. 200-205).

I rapporti con il ciclo di Guiron sono difficili da definire e la presenza di materiali guironiani si verifica in una sola famiglia (b). La parte guironiana finita in questo ramo è la sezione finale di un’altra complessa compilazione (che Claudio Lagomarsini propone di chiamare Compilazione guironiana), che è stata precocemente smembrata e “fusa” con altri testi: alcuni manoscritti del Guiron la impiegano come introduzione ai due romanzi principali del ciclo; altri la uniscono a propri materiali ad attestazione unica; una breve sezione è stata addirittura inglobata in un manoscritto che attesta una versione laterale delle Prophecies de Merlin; la Tavola Ritonda toscana inizia con due episodi rimaneggiati estratti ancora dalla Compilazione guironiana. L’interpolazione di materiali guironiani è probabilmente antica e risale forse ad un montaggio avvenuto in ambienti vicini a Rustichello, ma l’unico manoscritto antico ed italiano della Compilation (Paris, Bibliothèque Nationale de France, fr. 1463) non ha la parte guironiana ed anzi opta per un finale preso dal Tristan.

Manoscritti

I testimoni principali della Compilation rustichelliana sono:

  1. Berlin, Staatsbibliothek zu Berlin -Preussicher Kulturbesitz, Hamilton 581.
  2. Paris, Bibliothèque nationale de France, français 340.
  3. Paris, Bibliothèque nationale de France, français 355.
  4. Paris, Bibliothèque nationale de France, français 1463.
  5. Viterbo, Archivio di Stato, Fondo Pergamene, cartella 13, n. 131 (frammento di due fogli).

Altri brani isolati si ritrovano nel Tristan in prosa e nel Guiron le Courtois dei seguenti manoscritti:

  1. Chantilly, Bibliothèque et Archives du Château, 645-646-647.
  2. Cologny (Genève), Fondation Martin Bodmer, cod. 96, I e II.
  3. New York, Pierpont Morgan Library, M. 916.
  4. Paris, Bibliothèque nationale de France, français 99.
  5. Paris, Bibliothèque nationale de France, français 103.
  6. Torino, Biblioteca Nazionale Universitaria, 1622.

Una seconda parte dell’opera, attribuibile con maggiore difficoltà a Rustichello, potrebbe essere costituita da ciò che nei codici fr. 340 e fr. 355 segue l’interpolazione del testo del Guiron le Courtois (episodi, corrispondenti ai paragrafi 639-643 di Loeseth 1890). Questa seconda parte, che fa pensare al lavoro di un continuatore (Lagomarsini 2011), è tramandata, oltre che dai due testimoni già menzionati, in buona parte anche da:

  1. Paris, Bibliothèque nationale de France, français 357.
  2. Paris, Bibliothèque nationale de France, français 3478.
  3. Paris, Archives Nationales (già Vannes, Archives départementales du Morbihan, I (F) AB XIX 1733.

Alcune ricerche in corso stanno inoltre cercando di chiarire la posizione rispetto alla tradizione sopra tratteggiata di altri manoscritti, latori di porzioni di testo a carattere compilativo di attribuzione problematica:

  1. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashburnham 50.
  2. Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Ashburnham 123.
  3. London, British Library, Addit. 23930.
  4. Paris, Bibliothèque nationale de France, Arsenal, 3457.
  5. Paris, Bibliothèque nationale de France, français 356.

I manoscritti della compilazione di Rustichello da Pisa possono dividersi in tre famiglie. La prima, a, è rappresentata dal ms. 1463 e dal frammento viterbese. Pur essendo esigua, è la più anica e autorevole (il ms. 1463 è l’unico a presentare caratteristiche linguistiche vicine al testimone franco-italiano del Milione del ms. Paris, Bibliothèque Nationale de France, 1116), e tende ad associare il testo di Rustichello al Tristan in prosa.

Le altre due famiglie, b e c, sono più tarde (XIV-XV secc.) e presentano quasi sempre un testo associato al Guiron le Courtois (famiglia b) o inserito per frammenti nel Tristan (famiglia c). La famiglia b comprende i mss. 340, 355 e Hamilton 581, i frammenti dell’opera contenuti negli altri codici del Tristan e del Guiron conservati a Parigi, New York e Torino. La famiglia c, limitata alla battaglia davanti alla Joyeuse Garde e all’episodio del Vecchio Cavaliere, include i mss. 99 e i ms. 645, 646, 647 di Chantilly. In entrambe le famiglie b e c il testo di Rustichello è adattato al nuovo contesto redazionale e linguistico, ringiovanito e regolarizzato rispetto alla tradizione franco-italiana.

Lingua

Lo studio di Cigni 1994 rileva i principali tratti della lingua del manoscritto Paris, Bibliothèque nationale de France, français 1463, che si discostano dall’uso corrente della lingua dell’antico francese.

Fonologia

  1. Vocali toniche

1.1  A

Dittongazione ipercaratterizzante in –ie– anche senza l’influsso della palatale: tel alterna con tiel, forma quest’ultima caratteristica dei testi francesi copiati in Italia e dei testi franco-italiani. Dopo palatale è regolare –ie– (sachiés, comencier, ecc.), ma cfr. anche despiecer, esforcés, con oscillazione tipica dei testi franco-italiani.

Caratteristica dei testi franco-italiani anche l’oscillazione –ai-/-ei-/-e-: faites, ma feites. Di solito mauveis / mauveise, ma mauvaise.

1.2  E, I

Dittongo –– < e aperta in sillaba chiusa: la forma regolare belle alterna con la più frequente bielle. Anche questa forma oscillante, diffusa nella scripta francese del nord-est, diventa caratteristica dei testi francesi copiati in Italia e dei testi franco-italiani.

Frequente l’apertura di –e– in –a– davanti a nasale nel suffisso -mente: sonmeemant, primieremant. Il fenomeno è diffuso in alcune regioni della Francia, soprattutto quella champenoise, ma diventa diffusissimo nei testi copiati e scritti in Italia.

Esito –oi– < e chiusa davanti a palatale (invece di –ei-): mervoille, poine, moine. Anche questo tratto, tipico della Champagne meridionale-Borgogna, è molto frequente nei testi franco-italiani.

1.3  O

Oscillazioni del dittongo –eu-/-ue– < o aperta: treuvent, truev-, seuror ecc., tratto che compare sia nei testi francesi che in quelli franco-italiani.

Accanto alle forme dittongate, si ha trovent, pople ecc. Il fenomeno è favorito anche dalle corrispondenti forme italiane e caratterizza questo tipo di testi.

Oscillanti gli esiti di o chiusa in sillaba chiusa: tout– / tot-, desot / desout, jouste / joste. Il fenomeno, che riguarda di solito queste forme, pur presente in francese, è comune nei testi francoitaliani. Davanti a nasale, oltre a dittongazione (joundre), possono verificarsi ulteriori chiusure di tipo anglonormanno: sunt, junquez, unques. Il fenomeno sembra essersi propagato dai testi francesi del Nord-Est a quelli francesi copiati in Italia.

1.4  AU

Oscillazioni –o-/-ou-: chouses / choses, paroule / parole. La medesima tendenza si riscontra in altri testi franco-italiani.Vocali atone

2. Vocali atone

2.1 A Oscillazione –an-/-ain– atono: stabili le voci verbali mantenir ecc, forse per influsso delle corrispondente italiane. Costante invece mainieres; generalmente mantenant 197, ma mantenant 197. Anche questa oscillazione caratterizza i testi franco-italiani.

2.2  E e I

Presenza di –a– protonica ed intertonica per –e-: enperaor, palafrois, trapasse , pensament. Il fenomeno, non estraneo alle scripte dialettali francesi, è caratteristico dei testi franco-italiani, ed è per molti casi è riconducibile all’influsso delle corrispondenti forme italiane.

Chiusura di –e– protonica in –i-, costante in dimit; cfr. poi divise, trinchant.

All’inverso si registrano passaggi da –i– ad –e– in desnerent, parteroit, parterai, serverai.

2.3  O

Passaggio di –o– protonica in –e-: enor, alterna con onor. Il fenomeno è frequente nei testi francesi copiati in Italia e franco-italiani.

2.4  Riduzioni dei dittonghi atoni

ai– > –a-: debonarités, plaçir, tarai.

au– > –a-: maveis, vavassor.

eu– > –u-: pietusement.

Il fenomeno è diffuso nella scripta francese orientale, ma interessa particolarmente i testi copiati in Italia e franco-italiani.

2.5  Vocali finali

Un caso di -a per -e per italianismo: aventura.

Altra forma italianeggiante: parte.

3.1 Consonanti.

3.1 Doppie e scempie. L’uso delle geminate è soggetto a frequenti oscillazioni già nella scripta francese del sec. XIII. Particolarmente interessanti sono i casi di raddoppiamento improprio. Il fenomeno è diffuso nei testi francesi copiati in Italia e nei testi franco-italiani, e non è da escludere il rapporto con i dialetti italiani.

ll-: chevallerie, appellés ecc.

nn-: asennés, enjennoille, vennissent ecc.

bb-: adobber, gabber ecc. Il raddoppiamento della labiale davanti a –l– in afibbler, sembra dovuto all’interferenza del corrispondente italiano.

rr-: fierrent, ferroit.

ss-: costante in noisse, conoisse, damoisselle ecc. Diffusa nei testi franco-italiani, questa grafia non è estranea ai testi francesi.

Nessi –ssc– / –sst-: forteressce; noblessce ecc.

tt-: battailles, doutte ecc. In alcuni di questi casi è evidente l’interferenza delle corrispondenti forme italiane.

Alternanza –sf– / –ff– (per assimilazione): generalmente esforce, esfors, una volta effors.

3.2 Raddoppiamenti fonosintattici

Dopo preposizione a: a llui; e lla; a ffin.

Casi di rafforzamento di –n davanti a parola iniziante per vocale: enn autres, monn ostiaus ecc. Su questo fenomeno è molto probabile l’influsso dei dialetti toscano-occidentali.

3.3 H

Distribuzione irregolare, per probabile ipercaratterizzazione: herrant, houtre ecc. Il fenomeno è assai diffuso nei testi franco-italiani. Funzione di estirpatrice di iato nell’unico caso trehurterent, che testimonia una tendenza presente anche in altri testi franco-italiani.

3.4 C

Alternanza grafica –c– / –s-, e sostituzioni ipercorrettive di –c– per –s-: lance, alterna con lanse; contance; valore di sibilante ha anche –s– in recut.

Resa grafica di –c– velare con –ch-: scharnir, charboncles, chomencemant, choste, eschuier. Il tratto, presente anche nella scripta antico francese, è tipico dei testi francesi copiati in Italia e franco-italiani, ed è inoltre frequentissimo nel pisano-lucchese davanti ad –a-/-o-.

3.5 Sonorizzazione C

Iniziale: gostés, goste, forme dovute a probabile interferenza italiana, se non pisano-lucchese.

Intervocalica: segont.

Dopo nasale nel tema engombr– per encombr– (engomberant, engombrés); anche con inserzione di e intertonica per influsso del corrispondente italiano ingomberare, forma diffusa nei testi francoitaliani.

Dopo liquida: clerges.

3.6 Grafia -gh- per G velare

Iniziale: gharir, gharisonz.

3.7 Uso grafico di J

Alternanza –j– / –g– davanti a –e-: agese, mariages, ma visajez, houtrajes. Incertezza che si rileva anche in altri testi franco-italiani.

3.8 Dileguo dell’elemento labiale nel grafema –qu-: jusqe, qant, qi, qiert. Si tratta di grafie fonetiche molto diffuse nei testi francesi copiati in Italia e nei testi francoitaliani.

3.9 Oscillazioni –ill– / –ll– / -il- nella resa grafica di L palatale: meillor, salloit, pavilonz. Anche     questa oscillazione è tipica nei testi francoitaliani.

3.10 Oscillazioni –ingn– / –ign– / –gn– / –ng– nella resa grafica di N palatale: seingheur, entreseigne, regnimes. Queste oscillazioni sono presenti nelle scripte francesi dialettali del Nord e sono frequenti nei testi francoitaliani.

3.12 Liquide

Assimilazione –rl– >-ll– nelle voci del verbo pallere, palment. Il fenomeno rientra in una tendenza comune nei testi franco-italiani ma nel caso di Rustichello sembra riconducibile piuttosto all’influsso del pisano-lucchese.

Scambio di liquide anche nei nessi –br– / –cr-: bliçe, chanble, renalt. Il fenomeno, dovuto a ipercorrettismo, è frequente nei testi francoitaliani, e riportabile anche alla tendenza inversa (-l– per –r-) del dialetto pisano-lucchese.

3.13 Sibilanti

-s- sonora grafata -ç-: beiçonge, chouçe, bliçemant. Si ricordi che –ç– indica –s– sonora nel pisano-lucchese.

Caduta di –s– davanti a –m-: pamesion, tratto frequente nei testi francoitaliani.

3.14 Impiego di X

Consueto valore di –us in fine di parola: Dex, Kex.

Per –cs: dux.

Per –s finale sorda: aux, iaux, biaux. Quest’ultimo tratto è tipico dei testi franco-italiani.

4. Fenomeni generali

4.1 Forme aferetiche con caduta di e-/i– iniziali per influsso delle corrispondenti italiane: nemis, nimistié.

Forme con s– impura iniziale per caduta di e– prostetica: scorce, scorde, sporonz, spee, stoire. Il fenomeno, diffuso nella scripta francese del Nord-Est, si intensifica per il peso esercitato dalle corrispondenti forme italiane.

4.2 Metatesi di R

ro– per –or-: prochacast, propensee. Il fenomeno è comune nei testi nord-francesi come in quelli franco-italiani e pisano-lucchesi. Su certe forme possono aver influito le corrispondenti italiane: procacciare, propensare.

er– per –re-: berbis, prester per prestre.

re– per –er-: grepp– (per guerp-), souffret per souffert.

ron– per –nor-: desoroner / desoronés.

 

Morfologia

5. Nomi. Sistema bicasuale

Manca talvolta il rispetto delle leggi della declinazione, che si spiega da un lato con la graduale scomparsa delle forme del soggetto già nei testi a.fr. (sec. XIII), dall’altra con la tendenza degli autori e copisti italiani di testi francesi a interpretare la presenza della –s in rapporto con i polarismi maschile /femminile e singolare /plurale, più che con quello di soggetto /complemento oggetto.

Sullo stesso piano si pone l’estensione indiscriminata di –s finale ai nomi e agli aggettivi.

6. Articoli

Usi indifferenti delle varie forme dell’articolo: frequentissimi gli scambi le / li per l’obliquo singolare, e l’impiego di le per il nominativo.

Uso di le tanto per il maschile che per il femminile plurale.

Uso di une per un davanti a h– iniziale: une harpant, une home.

7. Aggettivi e participi

7.1  Genere

Molto frequente è lo scambio del maschile per il femminile nell’accordo di aggettivi e participi passati: les tables … hostés, dames … acesmés. All’inverso si registra l’uscita in –ee per il maschile singolare: encontree, propensee, e per il maschile plurale: entree.

Questi scambi, comuni già a molti testi fr. del XIII sec., caratterizzano i testi francoitaliani.

7.2  Numerali

Forme notevoli seismes, septisme.

8. Pronomi.

8.1 Pronomi personali e riflessivi

Frequente, accanto a me, la forma del pronome atono mes; come per l’uscita in –s impropria di altre forme, può trattarsi anche in questo caso di tendenza ipercaratterizzante.

Mi al posto di me: mi preçentés (ma è anche possibile la lettura m’i) è forma presente già nella scripta piccarda, qui riportabile all’influsso dell’italiano.

si al posto di se: si virent.

Impiego di ne per en: ne ne doveés monter en orgueill. L’uso di en modellato sul ne è tipico dei testi franco-italiani.

8.2 Relativi

Uso di que al posto di qui soggetto. L’oscillazione que / qui è già presente nella scripta piccarda, ma diviene caratteristica dei testi francoitaliani.

Que “assoluto”. Spesso l’uso di que semplifica un nesso relativo più complesso nei testi francoitaliani.

9. Verbi

9.1  Il tema grep– per guerp– è presente già in a.fr., ma questa sembra essere una forma diffusa anche in altri testi fancesi copiati in Italia.

Tema in dov– di devoir: dovoie, dovés, dovons. L’alternanza tematica di dev-/dov-, non estranea ai testi dialettali antico francesi, è assai frequente ed è tipica dei testi francoitaliani.

Sincope e scempiamento consonantico nei futuri: demorai, demora, dora. Forme sincopate del futuro sono presenti in a.fr., ma sembrano predilette nei testi francoitaliani. Su di esse può aver influito anche l’analoga tendenza dei dialetti italiani.

9.2  Presente e imperfetto

Voci del verbo estre: accanto a sui si registra son per la I pers., modellato sul corrispondente italiano, assai comune nei testi francoitaliani. Anche est alla II pl. per estes è tipico dei testi francoitaliani.

Voci del verbo savoir: accanto a sai I pers. pr., una volta sa, forma diffusa anche in altri testi francoitaliani.

Uscita in –on alla I pl.: peon. Il fenomeno non è estraneo al fr. del XIII sec. e interessa anche altri testi francoitaliani.

Dileguo di –t finale alla III pl. del pr.: baissen, hurten, furen.

Caduta di –t alla III sing. dell’impf.: estoi, avoi.

Di influsso italianeggiante è veont, da accostare a donont della Queste Udin.

Impf. in –av-: numerose le forme di I pl. chevaucjavames, alavames, volavames, eravames. Evidente l’impronta italianeggiante in direzione toscano-occidentale, per passaggio di e protonica ad a.

9.3  Perfetto

Notevole il perf. di voloir III pl. vousistrent, e di dir, II pl. deiestes.

Due uscite in –in: III sing. soufrin, III pl. ferin, spiegabili forse con l’interferenza della forma in -ino del pisano-lucchese, presente in testi arturiani volgarizzati.

9.4  Futuro e condizionale

II sing. alerai, uscita in –ai per interferenza dell’italiano. Uscita in –ais: metrais, verais.

III sing. fi (di estre), modellata sulla forma toscana fie/fia e soprattutto sulla pisano-lucchese fi.

I pl. in –omes: seromes, partiromes. Tratto dell’a.fr., specie nella varietà piccarda, presente nei testi franco-italiani.

II pl.: casi di –ois: irois, verois.

9.5  Imperativo

Caduta di –s finale alla II pl. quando il verbo è seguito da un pronome atono: enseingné les, faissié le; –s finale cade spesso nei testi fr. copiati in It. e in altri testi franco-italiani.

9.6  Infinito

Metaplasmi di coniugazione: quidoir, venoir, da ricondurre probabilmente alla tendenza nei testi franco-italiani alla coniugazione dell’infinito –oir per –er.

10. Preposizioni

10.1 Con per avec: estraneo all’a.fr., da riportare all’influenza dell’it., questo impego di con < cum è presente in molti testi franco-italiani.

10.2 Notevole da per a, costante in da blasmer.

Casi di preposizioni italianeggianti: di, della, dei.

11. Particolarità sintattiche

Notevole la posizione del pronome atono all’infinito: delitier voz, mostrer les, secondo un fenomeno dovuto all’influsso del costrutto italiano, ma non estraneo all’a.fr.

Bibliografia

Edizioni

Cigni, Fabrizio

1994                           Il romanzo arturiano di Rustichello da Pisa, edizione critica, traduzione e commento a cura di Fabrizio Cigni, premessa di Valeria Bertolucci Pizzorusso, Pisa, Pacini- Cassa di Risparmio, 1994.

 

Studi

 

  • Arese, F.1950                            Prose di romanzi. Il romanzo cortese in Italia nei secoli XIII e XIV, a cura di F. Arese, Torino, UTET, 1950.

     

  • Baker, M. J.1974                France’s First Sentimental Novel and Novels of Chivalry, “Bibliothèque d’Humanisme et Renaissance”, 36 (1974), 33-45.

     

  • Benedetto, L. F.
    1926                Recens. A Michieli 1925, Giornale storico della letteratura italiana, 88 (1926), 121-127.1929                Non Rusticiano ma Rustichello, in Uomini e tempi, Milano, 1953, 71-85.

     

  • Bertolucci Pizzorusso, Valeria
    1977                Enunciazione e produzione del testo nel “Milione”, “Studi Mediolatini e Volgari”, 25 (1977), 5-43; poi in Morfologie del testo medievale, Bologna, Il Mulino, 1989, 209-242.2001                 Nuovi studi su Marco Polo e Rustichello da Pisa, in La cultura nell’Italia padana e la presenza francese nei secoli XIII-XIV. Atti del Simposio internazionale di Pavia, 11-14 settembre 1994, a cura di Luigina Morini, 2 voll., Alessandria, Edizioni dell’Orso, 2001, t. 1,  95-110.

     

  • Bogdanow, Fanni
    1967                  A New Manuscript of the “Enfance Guiron” and Rusticien de Pise’s “Roman du Roi Artus”, “Romania”, 88 (1967), 323-349.1991                   A Hitherto Unnoticed Manuscript of the Compilation of Rusticien de Pise, “French Studies Bulletin”, 38 (1991), 15-19.

    1994                   Une Compilation Arthurienne Méconnue: le ms L-V-30 de la Bibliothèque Nationale de Turin, in Europaïsche Literaturen im Mittelalter, Greifswald, Reineke, 1994, 19-31.

     

  • Ceccarelli Lemut, Maria Luisa
    1984.              ‘I pisani prigionieri a Genova dopo la battaglia della Meloria: la tradizione cronistica e le fonti documentarie’, 1284. L’anno della Meloria, a cura del Circolo Filatelico Numismatico Iconografico Pisano, Pisa, ETS, pp. 75-88. 
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    1992                  Pour l’édition de la “Compilation” de Rustichello da Pisa: La version du MS. Paris, B.N. fr. 1463, “Neophilologus”, 76 (1992), 519-534.1993                Manoscritti di prose cortesi compilati in Italia (sec. XIII-XIV): stato della questione e prospettive di ricerca, in La filologia romanza e i codici (Atti del Convegno, Messina, 19-22 dicembre 1991), a cura di Saverio Guida e Fortunata Latella, Messina, Sicania, 1993, vol. 2, 419-441.

    1995                 “Roman de Tristan” in prosa e ‘compilazione’ di Rustichello da Pisa in area veneta. A proposito di una recente edizione, “Lettere Italiane”,  47 (1995), 598-622.

    2006                 Copisti prigionieri (Genova, fine sec. XIII), Studi di filologia romanza offerti a Valeria Bertolucci Pizzorusso, a cura di Pietro G. Beltrami et al., 2 voll., Pisa, Pacini, vol. I, 425-39.

    2008                Prima del “Devisement du monde”. Osservazioni sulla lingua della compilazione arturiana di Rustichello da Pisa, in I viaggi del Milione. Itinerari testuali, vettori di trasmissione e metamorfosi del “Devisement du monde” di Marco Polo e Rustichello da Pisa nella pluralità delle attestazioni. Convegno internazionale Venezia, 6-8 ottobre 2005, a cura di Silvia Conte, Roma, Tiellemedia, 2008, 219-231.

    2010                Manuscrits en français, italien et latin entre la Toscane et la Ligurie à la fin du XIIIe siècle: implications codicologiques, linguistiques et évolution des genres narratifs, in Medieval Multilingualism in England, France, and Italy: the francophone world and its neighbours.Proceedings of the 2006 conference at the University of Wisconsin-Madison, edited by Christopher Kleinhenz and Keith Busby, Turnhout, Brepols, 2010, 187-217 (“Medieval texts and cultures of northern Europe”, vol. 20).

     

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    1995                Rustichello da Pisa, Pisa, Nistri-Lischi Editori, 1955. 
  • Fabbri
    2012                 Romanzi cortesi e prosa didattica a Genova alla fine del Ducento: fra interscambi, coesistenze e nuove prospettive, in c.s. 
  • Gardner, E. G.
    1930                Arthurian Legend in Italian Literature, London-New York, J.M. Dent & Sons, 1930. 
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    1967                  Illuminations on the Manuscripts of Rusticien de Pise, “Italica”, 44 (1967), 400-408. 
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Crediti

Scheda a cura di Francesca Gambino.

Ultimo aggiornamento: 22 aprile 2013.

Contributi: Laurent Brun, Fabrizio Cigni, Claudio Lagomarsini.

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